ROSETO – La caduta di una roccaforte elettorale dopo 37 anni è cosa che impone esami critici e dove necessario anche processi. E’ quanto anticipa il Partito democratico a poche ore dalla sconfitta elettorale del candidato Teresa Ginoble. Il segretario provinciale Robert Verrocchio ammette la resa e parla della «fine di un ciclo». Roseto «diventa un caso sui cui riflettere – continua il segretario provinciale – e l’analisi del voto dovrà condurre ad una serie di cambiamenti che gli elettori ci hanno chiesto con forza e di cui intendiamo tener conto». Con il senno di poi, le cose sarebbero andate diversamente se il Pd non avesse scelto di arroccarsi sulle proprie posizioni? Secondo Verrocchio sì: «Evidentemente la personalizzazione della politica locale è stata perdente, mentre stringere alleanze sin dall’inizio con le forze di centro-sinistra, così come proponeva la Segreteria Provinciale, avrebbe probabilmente condotto ad altri risultati». Non tutto è da buttare, secondo il Pd, di questa esperienza: «Ringrazio comunque di cuore tutti i nostri candidati, tutti coloro che – a vario titolo – si sono spesi per noi, e, in particolare, i tanti giovani che si sono avvicinati al Partito Democratico e che saranno l’eredità da cui ripartire».
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