Ex-manicomio: e se ci andasse la Asl di Teramo?

TERAMO –  Recupero dell’ex manicomio: perché non ospitare al suo interno la sede della Asl di Teramo? E’ di questi giorni il dibattito sulla riqualificazione del complesso immobiliare alle porte di Teramo, un’area di 24 mila metri quadri che per l’Agenzia delle Entrate vale 14 milioni di euro. Una riqualificazione apparsa più lontana dopo il forfait di Cialente dal fondo d’investimento attivato per l’operazione (il sindaco aquilano era uno degli attori del fondo che prevedeva la partecipazione dei 4 sindaci dei capoluoghi). Il sindaco Brucchi non si arrende e parla di un "piano B" che dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni. Ma in attesa di conoscere gli sviluppi progettuali di un’area troppo onerosa da manutenere, oltre che pericolante, lanciamo un’idea: potrebbe diventare la sede della Asl (che è proprietaria dell’immobile) e di alcuni suoi servizi, in modo da creare un vero e proprio polo alle porte del centro storico. Una cambio di sede più comodo anche per l’utenza visto che l’ex manicomio ha il vantaggio di avere di fronte il parcheggio San Francesco da 1260 posti auto, contro i 400 stalli del parcheggio San Gabriele. L’azienda potrebbe vendere l’edificio di Circonvallazione Ragusa in cui ha la propria sede senza perdere quella centralità utile logisticamente ed economicamente all’intera città di Teramo. Quella descritta è un’operazione che impone un corposo progetto di restauro del patrimonio. A questo proposito, anche per velocizzare i tempi, utile sarebbe riprendere un vecchio progetto già esistente, e presentato in pompa magna nel 2001 (progettista Vincenzo Eusebi). Il progetto consisteva nel "Riuso” dell’immobile: né demolizione, né museificazione, ma una conservazione integrale della struttura con la ricomposizione di organi e connettivi nuovi sull’attuale scheletro. Un progetto imponente, quello redatto dieci anni fa, e che in termini di riqualificazione prevedeva anche l’accesso pedonale da piazza San Francesco, la realizzazione di due piazze e cortili interni e il ripristino dei volumi della chiesa ripensata come un auditorium. L’idea era quella gattopardiana di "conservare tutto per modificare tutto". E in considerazione dell’impegno ecosostenibile dell’attuale amministrazione, dell’urgenza dettata dai rischi di una struttura fatiscente, e dai costi di una manutenzione infinita, pensiamo che tutto sommato, dopo dieci anni quel progetto potrebbe rivelarsi ancora la migliore soluzione, oltre che la più veloce e la più economica.