TERAMO – In causa con il Comune dalla fine degli anni Ottanta: chiede 5 milioni di euro di risarcimento. L’imprenditore Giuseppe Panichi, sostenuto dall’associazione “Bella Teramo” guidata da Enzo D’Ignazio, racconta la sua storia in una lettera aperta. La vicenda annosa inizia con la richiesta fatta da Panichi di ampliamento del suo magazzino. “Per maggior sicurezza – spiega Panichi – comprai anche la proprietà del terreno dei due ettari confinanti. Mi meravigliai, allora, di ricevere ben tre dinieghi dal Comune, che si rifiutava di rilasciarci la normale licenza. Presentai quindi delle istanze di sanatoria, dopo aver sentito anche dei tecnici che mi assicurarono sulla legittimità dei lavori. Ma le cose non andarono come io speravo, perché il Comune acquisì la mia proprietà, con un’azione che io ritengo coercitiva”. Da allora, racconta ancora Panichi, la sua situazione economica fu messa a dura prova e iniziarono le azioni legali: nel 2007, secondo quanto riportato dall’imprenditore, ci fu una sentenza di primo grado in cui l’amministrazione venne condannata al risarcimento di 5 milioni di euro. Poi seguì un’ulteriore sentenza, di quantificazione del danno, che dimezzò l’importo. “Anche se si trattava di una valutazione in mio sfavore, accettai, proponendo anche il pagamento in tre annualità”, sostiene ancora Panichi. “ Purtroppo però la Giunta comunale, con soli sei voti, decisa di fare appello”. Sulla vicenda pesa anche un altro ricorso al Tar, che si dovrà pronunciare a maggio del prossimo anno. “A questo punto però – conclude Panichi – sono deciso a fare ricorso alla magistratura e alla Corte dei conti, per verificare la validità dell’operato dei responsabili comunali e a procedere la pignoramento dei beni patrimoniali del Comune. Infine ricorrer in appello affinché mi venga riconosciuta la somma stabilita inizialmente di 5 milioni di euro, con tanto di interessi e di rivalutazione monetaria”.
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