Ponziani: "Sulla biblioteca parole di rinuncia"

TERAMO –  “Rinunciatarie e inadeguate” sono per il direttore della Biblioteca Delfico, Luigi Ponziani, le risposte fornite dal presidente Catarra sui tagli che hanno messo in crisi la struttura teramana. “Un conto è tagliare sprechi e ridimensionare impegni relativi ai più diversi settori – sostiene nella replica il direttore – altro è stroncare un servizio essenziale e di alta qualità come quello fornito dalla Dèlfico. Le minori entrate non consentono di ridicolizzarne le funzioni attraverso uno stanziamento passato dai 120mila euro del 2007 ai 20mila previsti per il 2011, un sesto rispetto a quattro anni fa. Così si uccide anche il miglior cavallo di razza”. Nel suo intervento Ponziani chiede ancora che le dichiarazioni di principio formulate dai diversi livelli istituzionali sull’eccellenza della biblioteca provinciale teramana si traducano in atti precisi, mettendo in campo tutte quelle azioni che consentano di affrontare nell’immediato le gravissime contingenze finanziarie e quindi individuare i modi, anche diversi e alternativi, di gestione dell’ istituto culturale. Bene inoltre, per Ponziani il suggerimento di individuare nuove forme di finanziamento attraverso progetti da sottoporre a Regione, Ministero e Unione Europea anche se “una progettualità su temi innovativi – replica ancora il direttore – che sarebbero i soli a poter essere finanziati (ma i dubbi sono forti viste le politiche culturali poste in essere da Regione Abruzzo e Ministero) come potrebbero essere presentati se le attuali difficoltà finanziarie non consentono neanche di assicurare una pur minima ordinaria amministrazione? Primum vivere, deinde philosophari! Insomma ci si dia la speranza della sopravvivenza, poi si progetterà quanto e più di oggi”. La replica si conclude con un appello al presidente Catarra: “Convochi un tavolo di concertazione con i rappresentanti di enti, istituzioni economico-sociali, banche, esponenti politico-istituzionali; si metta in cantiere un progetto complessivo di salvaguardia della più antica istituzione culturale di Teramo e d’Abruzzo che preveda anche una nuova modalità di gestione capace di far uscire definitivamente la “Dèlfico” da una condizione di precarietà avvilente”.