Castello Della Monica: "Affidiamolo al Fai"

TERAMO – Perchè non affidare la gestione del Castello della Monica al Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) di Teramo ? E’ l’idea lanciata da un lettore di www.emmelle.it che attraverso il suo contributo apre una riflessione sulla tutela dei beni culturali e le difficoltà economiche degli enti locali e sollecita l’apertura di un dibattito pubblico a salvaguardia dei luoghi poù significativi del contesto urbano. Queste le proposte suggerite da Fabrizio Primoli, che pubblichiamo integralmente:

"Guardate queste immagini. Si tratta di uno degli angoli più belli, più caratteristici, più suggestivi, più invidiati della nostra Città. Pur soffocato da uno sviluppo urbanistico incontrollato e totalizzante, il Borgo Medioevale di Teramo, all’interno del quale è collocato quel singolare gruppo di edifici comunemente identificati con la denominazione di Castello, ha dovuto attendere sessant’anni per entrare nelle proprietà municipali e ben ottant’anni perché si provvedesse ad un primo intervento di restauro strutturale.

Realizzato tra il 1889, mentre nel frattempo a Parigi fervevano i lavori di innalzamento della Tour Eiffel in occasione dell’Esposizione Universale, e il 1917 ad opera del pittore e scultore Gennaro Della Monica, il Borgo Medioevale si compone di un ampio giardino interno e di quattro connessi edifici: il Castello vero e proprio, che ne rappresenta la struttura principale, una dipendenza di servizio su Via Giovanna D’Arco, uno stabile su Via Camillo De Lellis ed un ulteriore stabile su Viale Cavour. Ad eccezione di quest’ultimo, oggi di proprietà privata, il resto delle costruzioni è di proprietà del Comune di Teramo a seguito di una permuta sottoscritta nel 1978.

Il degrado, l’abbandono, i saccheggi, i danneggiamenti, il tempo hanno nei decenni contribuito a rendere inservibile ciò che di più straordinario possedeva il Castello. Il Ministero per i beni e le attività culturali, negli anni scorsi, ha provveduto a porre in essere un primo importante consolidamento strutturale e restauro dell’esterno dell’edificio principale e di parte del giardino, lasciando al Comune di Teramo, proprietario degli immobili, il completamento dei restauri, le sistemazioni interne e ogni altro lavoro necessario alla riapertura dell’opera. Da allora, tutto si è fermato. Nessun intervento, nessuna spesa, nessun progetto, nessuna idea. Neppure un semplice impianto di illuminazione artistica, almeno dell’esterno della sola struttura restaurata. Neppure un’apertura straordinaria del giardino alla cittadinanza, in occasione della Giornata della Cultura. Nessuna cartellonistica, nessuna informativa. Mentre nel frattempo vandalismi e abbandono si stanno lentamente riprendendo ciò che i recenti restauri ministeriali ci avevano restituito.

È ora di decidere. È ora di agire. È ora di declinare promesse, auspici e parole. Se per questa Città, che della smemoratezza e dell’ignoranza ha fatto troppo spesso le proprie bandiere, il Castello Della Monica rappresenta un peso, rappresenta un fardello ingestibile, rappresenta un problema… allora iniziamo seriamente a valutare altre possibili ipotesi gestionali.

Qualche idea? Cediamo, con donazione o in comodato, l’opera al Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), che per proprio statuto si occuperà della sua conservazione, della sua valorizzazione e della sua apertura al pubblico, come avviene ad esempio a Tivoli per il Parco della Villa Gregoriana o a Trento per il Castello di Avio. Istituiamo una tassa di scopo per terminare gli interventi, costituiamo una società ad hoc che si occupi della tutela, del completamento del restauro e dell’apertura al pubblico. Rendiamo fruibile e dunque produttivo ciò che è già pronto all’uso, come il giardino, per manifestazioni o eventi di vario genere. Ma muoviamoci. È finito il tempo delle parole e degli auspici.

Quando un territorio non è il grado di gestire un bene, per oggettive difficoltà economiche che non costituiscono colpa di questa o quella Amministrazione, penso sia doveroso guardarsi intorno e cercare ogni altra possibile soluzione. I beni culturali non hanno tempi di attesa eterni. E i finanziamenti non sempre arrivano, pur se richiesti. Il denaro, soprattutto in questo momento storico, bisogna andarlo a cercare dov’é. In fondo, questa è la logica del federalismo fiscale. Piaccia o non piaccia, dobbiamo iniziare a fare i conti con questo.

Qualche proposta gestionale l’ho avanzata. Sarebbe interessante che in Città si aprisse un dibattito sull’argomento. Ci interessa davvero il Castello Della Monica?"

Fabrizio Primoli