I legali di Parolisi: «E' stata una donna ad uccidere Melania»

TERAMO – E’ battaglia tra le parti nell’inchiesta sull’omicidio di Melania Rea, la mamma di Somma Vesuviana massacrata a coltellate nel bosco di Ripe di Civitella e ritrovata due giorni dopo la sua scomparsa, avvenuta lo scorso 18 aprile. Alla procura che ha chiesto l’arresto del marito Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dell’Esercito, replicano gli avvocati dell’uomo che sostengono che ad uccidere Melania sia stata una donna: «Si chiede l’arresto di un uomo, ma gli accertamenti –  hanno dichiarano all’agenzia Ansa gli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile – lasciano intendere che l’omicidio è stato compiuto da una donna". "Nelle prime righe delle quasi cinque pagine di quesiti chiesti dai pm al medico legale – spiegano – si chiede di verificare se ci sono altri Dna oltre a quelli di Salvatore e Melania: ebbene, la risposta a questo quesito è quasi mascherata in due righe nelle conclusioni del perito». «Occorre andare a spulciare i dati nelle oltre 80 pagine – proseguono Biscotto e Gentile – per scoprire che: Melania ha tentato di difendersi con le mani durante l’aggressione; sotto l’unghia di una mano è stato trovato del Dna di una donna; il Dna di Salvatore è stato trovato solo nella bocca di Melania come probabile conseguenza di un bacio». Inoltre, «le ferite sono state provocate da due diverse armi (o oggetti) e in tempi diversi». «Questi dati, da soli, consentono – concludono – la rovina del castello accusatorio a senso unico contro Parolisi tralasciando altre piste. Noi chiediamo: chi è la donna che ha aggredito e probabilmente ucciso Melania?».