TERAMO – Sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria i genitori del piccolo di 2 mesi, Jason, di cui non si hanno tracce da diversi giorni, scomparso dall’abitazione di Folignano. A Katia Reginella, 24 anni, e Denny Pruscino, 30 anni, è stato notificato il decreto di fermo (la donna a Teramo, il marito Denny Pruscino a Marino
del Tronto) disposto dal sostituto procuratore di Ascoli, Carmine Pirozzoli, che per tutta la notte ha interrogato moglie e marito nella caserma del comando provinciale dei carabinieri. Le ipotesi di reato vanno dall’abbandono di minore, con possibile morte del bambino, e occultamento di cadavere. In realtà la donna ha fornito versionial contrastanti sul luogo in cui avrebbe seppellito il corpicino del piccolo, dicendo anche di aver abbandonato il neonato sul ciglio della strada.L’omicidio, a differenza di quanto si era appreso in un primo momento, non è per ora ipotizzato.
Notte drammatica. Il provvedimento giudiziario è arrivato al termine di una notte drammatica, in cui i vigili del fuoco hanno cercato inutilmente, nei boschi attorno a Folignano di Ascoli Piceno, nella zona di Castel Trosino. Si è cercato il corpicino del bimbo, perchè la madre 24enne dice di averlo seppellito nel bosco dopo che era morto, scivolatole dalle braccia.
Altri due figli invalidi. La vicenda appare drammatica, ed è nella storia di questa mamma e del marito trentenne, operaio, incensurati, che hanno avuto già due bambini, un maschietto e una femminuccia che ora hanno 3 e 5 anni, nati sani e poi rimasti invalidi in modo misterioso. Il primo – sostengono i genitori – dopo essere scivolato mentre faceva il bagnetto, la bambina per un problema congenito che le avrebbe creato problemi al cervello e conseguentemente un ritardo cognitivo. Per chiarire cosa in realtà era accaduto ai due bambini ed accertare eventuali maltrattamenti, erano state aperte due inchieste che però si sono chiuse con l’archiviazione chiesta dallo stesso pm poichè, dato non erano emerse responsabilità a carico della coppia. Al massimo, si considerava trascuratezza da parte della madre, descritta come una donna immatura. Comunque, i bambini erano stati comunque sottratti alla patria potestà dei genitori.
La denuncia dei servizi sociali. E quando Reginella ha avuto, il 9 maggio scorso, il terzo bambino, i Servizi sociali del Comune si sono subito messi in moto, e non avendo avuto più notizie del neonato da una ventina
di giorni, hanno denunciato la cosa alla Procura della Repubblica. I carabinieri hanno avviato ricerche, perquisizioni in casa della coppia ma senza esito. Ieri, attraverso il loro legale, l’avvocato Francesco Ciabattoni,
i genitori hanno assicurato che il piccolo stava bene e che lo avrebbero mostrato se solo avessero avuto la certezza che non venisse tolto loro come gli altri due.
La mamma: «E’ morto, l’ho seppellito». Poi, ieri sera la svolta. La donna ha ammesso che il bambino era morto, un altro ‘incidente’, lo teneva in braccio e le è caduto, e ha indicato il luogo del seppellimento. In realtà, si è appreso in serata, quando è poi stata portata in caserma per essere interrogata, la giovane avrebbe indicato più luoghi, e in un altro momento detto anche di aver lasciato il bimbo sul ciglio della strada. Chiaro che la donna viene giudicata inattendibile, ma del destino del neonato non si sa nulla e si nutrono grossi timori visti i maltrattamenti subiti dagli altri poi sottratti alla famiglia. Della vicenda si occupa il pm Carmine Pirozzoli, e le
indagini sono coordinate dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Alessandro Patrizio.
«Ce ne siamo sbarazzati, siamo due menti criminali». La mamma Katia addirittura voleva fuggire in Svizzera. E’ quanto emergerebbe dalle intercettazioni ambientali nell’auto della donna e del marito Denny Pruscino. Secondo quanto anticipato anche da La Stampa, in un dialogo captato da una ‘pulce’ piazzata nella vettura, i due commenterebbero: "Finalmente ce ne siamo sbarazzati, siamo davvero due menti criminali". La donna, poi, aggiungerebbe: "Adesso io scrivo una lettera in cui fingo di ammazzarmi e invece scappo in Svizzera".
I giudici gli hanno tolto anche il piccolo. Ieri il Tribunale dei minori di Ancona aveva sottratto alla patria potestà dei genitori anche il piccolo Jason, dopo analogo provvedimento per gli altri due bambini della coppia,
ch è originaria dell’Abruzzo. Jason è nato il 9 maggio scorso. I genitori, afferma il loro legale, si sono premurati di trovare un pediatra perchè il bimbo aveva l’ittero. Un comportamento adeguato, per una madre, che non lasciava presagire il dramma che si sta consumando ora. La coppia è apparentemente normale: il padre ha un lavoro stabile in un’azienda dell’Ascolano che produce cavi e mantiene la famiglia; la loro casa – dice
l’avvocato – è dignitosa. Forse la donna presenta "alcune fragilita".