TeAm definisca il rapporto con Enerambiente

TERAMO – Fli entra nella vicenda TeAm e ricostruisce i passaggi della vicenda che arriva alla società teramana attraverso Enerambiente, il socio privato. Questa mattina si è tenuta una conferenza stampa, con il coordinatore regionale di FLI On. Daniele Toto, del Capogruppo di FLI in regione Berardo Rabbuffo del Consigliere comunale di Teramo Paolo Albi, per analizzare la difficile situazione della Te.Am. e della delicata posizione del socio privato Enerambiente S.p.A. "E’ da più di un anno riferisce l’ufficio stampa di Fli – che sulla cronaca locale e nazionale compaiono notizie allarmanti sui collegamenti del socio privato della Te.Am. con ambienti del crimine organizzato. Infatti, sul Corriere del Mezzogiorno dell’8 marzo 2010 dal titolo “Rifiuti, rispunta l’ombra della camorra”, il giornalista Fabrizio Geremicca parlando dell’Enerambiente riferiva che “quest’ultima sarebbe riconducibile a un personaggio, A.D.O., indicato quale anello di congiunzione tra il clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia e la Sacra Corona Unita”. Sulla scorta proprio di queste dichiarazioni, l’On Daniele Toto presentava il 27 maggio 2010 un’interrogazione al Ministro dell’Interno per verificare se, qualora tali affermazioni avessero trovato riscontro in attività di accertamento, fosse giustificato l’adozione di un provvedimento prefettizio inibitorio antimafia nei confronti di Enerambiente. L’interrogazione non ha avuto risposta, ma alcuni mesi dopo la prefettura di Venezia inviava un’informativa atipica contenente una misura di prevenzione antimafia nella quale si manifestavano vicinanze sospette dell’ex amministratore delegato Faggiano e dello stesso Stefano Gavioli. Inoltre, la presenza di Enerambiente a Napoli e i rapporti con l’Asia, la società del Comune di Napoli che si occupa dei rifiuti, sono oggetto oggi di alcune indagini della procura partenopea. Proprio da un filone di queste si è giunti all’arresto, lo scorso 20 luglio, dell’Avv. Giovanni Faggiano per reati di corruzione ed estorsione. Inoltre, sulla base della richiamata informativa della prefettura, il Comune di Napoli ha provveduto a revocare, nel novembre 2010, l’appalto all’Enerambiente, così come diversi altri comuni del foggiano, come Sannicandro Garganico, dove quest’ultima si era aggiudicata degli appalti per la gestione dei rifiuti. Invece, il comune di Rosignano, nella provincia di Livorno, sta cercando di estromettere la società dalla Rosignano Energia Ambiente, e attribuire le quote attraverso una gara pubblica. Diversamente, da un altro filone dell’indagine, si apprende che anche Stefano Gavioli risulta essere indagato. E a Teramo cosa succede? Ricordiamo, infatti, che già nel mese di aprile, Paolo Albi aveva chiesto chiarimenti in merito all’esistenza della certificazione antimafia del socio privato. Il Sindaco rispose che il certificato c’era ma che non poteva essere divulgato in quanto ricevuto come comunicazione riservata. Successivamente si apprese che la comunicazione in questione verteva su un’informativa del Prefetto di Teramo al Sindaco circa la “conferma di notizie già fornite dalla Prefettura di Napoli e Venezia in ordine a collegamenti esistenti tra l’attuale amministratore delegato, il suo predecessore ed esponenti del crimine organizzato”. Per questo motivo la Te.Am. non può ancora sottoscrivere la nuova convenzione con il Comune e che pertanto continua a gestire i servizi in regime di proroga. Oggi, sentiamo il bisogno di iniziare a fare chiarezza sulla vicenda; per questo motivo è stata richiesta la convocazione di un consiglio comunale dedicato alla Te.Am. che si svolgerà il prossimo 4 agosto. Bisogna affrontare il problema per trovare una soluzione che porti, nel più breve tempo possibile, il Comune a definire il rapporto con Enerambiete e ad attribuire le quote spettanti alla parte privata attraverso una gara europea, nell’ottica della trasparenza e del buon andamento della pubblica amministrazione.