Due teramani arrestati in un traffico internazionale di droga

TERAMO –  La droga doveva arrivare tra il 17 e il 20 dicembre 2010 su un aereo privato guidato da un pilota tedesco, Michael Kramer, 46 anni, con un volo da Quito, in Ecuador, fino a Lubiana, in Slovenia, da dove il trasporto sarebbe proseguito via terra fino all’Italia, in un deposito nel Teramano, prima di essere immessa nel mercato dello spaccio. E’ il nodo che mette Teramo al centro di un fatto di ‘ndrangheta per il quale sono stati arrestati, tra gli altri, proprio in provincia, i due ‘custodi’ abruzzesi cui sarebbe stata affidata la partita di cocaina, se fosse arrivata in Italia: Claudio Zippilli, 47 anni, di Sant’Omero (Teramo), incensurato, e Marco Di Maurizio, 30 anni, di Giulianova, con precedenti per reati finanziari. I fatti. Un internazionale messo in piedi da esponenti di una ‘ndrina calabrese e narcotrafficanti colombiani, per fare arrivare a Bologna una tonnellata e mezzo di cocaina, valore sul mercato 50 milioni di euro. La maxipartita di droga in realta’ non è mai arrivata in Italia e oggi, al termine dell’operazione ‘Due Torri connection’, l’organizzazione è  stata smantellata dalla squadra Mobile di Bologna. Fra l’Italia, la Spagna e l’Austria sono state eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip Andrea Santucci su richiesta dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia Roberto Alfonso e Enrico Cieri. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di ingente quantitativo. Al vertice del traffico, secondo l’accusa, c’era il ‘solito’ Francesco Ventrici, 39 anni, di Vibo Valentia ma residente a Ozzano Emilia (Bologna), ritenuto legato alla cosca Mancuso (anche se in questa indagine a nessuno √® contestata l’aggravante della associazione di stampo mafioso), e già in carcere (a Caltanissetta) dopo l’arresto del gennaio scorso nell’ambito di un’altra inchiesta, dei carabinieri, sempre per narcotraffico. Le riunioni fra calabresi, colombiani e intermediari italiani residenti in Spagna si sarebbero svolte in una sontuosa villa a Bentivoglio, nel Bolognese, intestata a un prestanome ma di fatto, per l’accusa, di proprietà di Ventrici. Incontri segreti, per i partecipanti, ma in realtà intercettati dalla polizia: la villa è infatti sotto sequestro dall’aprile scorso, quando la stessa squadra Mobile, in un’altra indagine per riciclaggio, aveva indagato 25 persone e sequestrato beni per circa 8 milioni di euro (oltre alla villa anche un albergo a Granarolo, una società immobiliare e auto di lusso). In quell’inchiesta era coinvolto anche Vincenzo Barbieri, 54 anni, ucciso in un agguato mafioso il 12 marzo scorso a S.Calogero, nel Vibonese. Intercettando le conversazioni che avvenivano nella villa, la polizia era venuta a sapere dell’intenzione di importare la tonnellata e mezzo di ‘coca’. Gli inquirenti bolognesi avevano già attivato l’aviazione militare per intercettare il velivolo, che però non partì, inizialmente per un mancato accordo sul prezzo con i colombiani, poi per alcuni timori del pilota. L’imprevisto sarebbe costato agli organizzatori calabresi circa due milioni e mezzo di euro (denaro speso per organizzare il trasporto), e mise a rischio l’incolumità del pilota, duramente attaccato per il suo voltafaccia in una successiva riunione nella villa di Bentivoglio. Le trattative sono proseguite nei mesi successivi, con l’ipotesi di portare la droga in Italia via nave, ma con altri intoppi: prima l’arresto di Ventrici a gennaio, poi l’omicidio del suo braccio destro Barbieri a marzo. Secondo l’accusa, tuttavia, Ventrici non aveva abbandonato il progetto e avrebbe continuato a impartire direttive anche dal carcere ai suoi collaboratori, fino agli arresti di oggi. Oltre a Francesco Ventrici, cui l’ordinanza è stata notificata nel carcere di Caltanissetta, gli altri provvedimenti sono stati eseguiti fra l’Italia, l’Austria e la Spagna. Nel Bolognese è stato arrestato Vicente Mari, 44 anni, nato in Svizzera ma residente a S.Vincenzo di Galliera, con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso. In Calabria le manette sono scattate per Antonio Grillo, 33 anni, di Tropea (Vibo Valentia), detto ‘il bisonte’, con piccoli precedenti e ritenuto braccio destro di Ventrici dopo l’uccisione di Barbieri e arrestato in un ristorante di sua proprietà; Angelo Mercuri, 43 anni, di S.Calogero (VV), con piccoli precedenti, il prestanome cui era intestata la villa diBentivoglio; Italo Iannello, 20 anni, incensurato e Ferdinando Zappia, 32, incensurato, entrambi di Vibo Valentia; Giuseppe Petullà, 47, incensurato, di Rosarno (Reggio Calabria).  Il tedesco Michael Kramer, 46 anni, definito dagli investigatori un ‘giramondo’, è stato catturato a Graz, in Austria. Gli altri quattro mandati d’arresto europeo sono stati eseguiti ad Alicante, in Spagna, dove viveva il gruppo di intermediari incaricati di tenere i contatti fra i calabresi e i colombiani: Giuseppe Corsini, 61 anni, di S.Giovanni in Persiceto (Bologna), detto ‘lo zio’, con precedenti, la moglie Paola Boselli, 39 anni, di Cento (Ferrara), incensurata; Nicol√≤ Cataldo, 36 anni, di Telizzi (Bari), con precedenti per reati finanziari; e il colombiano Antonio Pastor Chavarro, 48 anni. Altre due persone, destinatarie di analoghi provvedimenti di custodia, sono ancora ricercate.