Nomine Team: Brucchi consulta la minoranza per un posto in Cda

TERAMO – Team? No, grazie. L’ex sindaco Angelo Sperandiio era uno dei nomi più “papabili” per entrare nel Cda della società partecipata come espressione del centrosinistra. Invece, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe dato forfait: il suo nome, infatti non figurerebbe nell’elenco dei partecipanti al bando per entrare all’interno del Cda della Team. Sperandio sarebbe piaciuto al Pd teramano che, attualmente, si è riunito per indicare una proposta univoca da fare al sindaco Maurizio Brucchi, scongiurando così un altro spiacevole “effetto Ruzzo”. A conferma dei “rumors” circolati nei giorni scorsi, sarebbero invece pervenute le candidature di Corrado De Iuliis (che verrebbe così riconfermato come consigliere del Cda Team) e quella di Michele Pistillo, ex assessore della Giunta Sperandio. Il primo cittadino ha convocato per domani mattina, a partire dalle 9, una riunione con tutti i capigruppo dei partiti di minoranza. Una riunione che servirà non solo a decidere sulla nomina dell’opposizione di un esponente del Cda, ma anche a fare chiarezza su alcuni punti che, a detta dei rappresentanti della minoranza, ancora molto chiari non sono. C’è chi, però, si è già tirato indietro: è il consigliere di Fli Paolo Albi, che ha deciso di non prendere parte all’incontro. “Le poltrone – spiega – non mi interessano. Non è di nomine nel Cda che si dovrebbe discutere in questo momento delicato. Si dovrebbe invece valutare la possibilità di istituire una commissione consiliare di inchiesta sul caso Gavioli e di fare in modo che il Comune riesca ad esercitare un controllo maggiore sulla sua società partecipata”. Siriano Cordoni (Idv) non proporrà alcun nome. “La nomina – afferma – spetta al sindaco, quindi si tratterà comunque di un uomo di sua fiducia. Ricordo che questo è possibile perché l’ex sindaco Gianni Chiodi ha cambiato lo Statuto: prima infatti la decisione veniva presa dal Consiglio comunale. Per me va bene chiunque purché si tratti di una persona di centrosinistra. Resta il dubbio di come si possa procedere alla nomina di un Cda da parte del pubblico, quando non si sa bene che fine farà il socio privato. Il Cda, che dovrebbe essere composto da tre membri di nomina del sindaco e altri due scelti dal privato, risulterebbe privo di una sua parte importante”.