C’era una volta il vu cumprà…

TERAMO – Se quando eravate sotto l’ombrellone avete visto dei senegalesi che vendevano libri invece della solita merce da spiaggia, non avete avuto le traveggole per via del caldo. Erano i “distributori” delle Edizioni dell’Arco, una casa editrice milanese gestita da una cooperativa composta in buona parte da extracomunitari. Questi venditori, non da ieri, girano in lungo e in largo strade e spiagge per proporre romanzi, racconti, saggi e guide sui temi della diversità, del multiculturalismo, della migrazione e dell’integrazione. Ma questo insolito metodo di distribuzione – che però non è l’unico, visto che i volumi vengono diffusi anche nelle librerie – non inganni, non si tratta di testi di seconda scelta. Il catalogo, al contrario, è ricco di autori interessanti: basti pensare, per esempio, alla collana “L’Italia che guarda”, che è diretta da Piersandro Pallavicini e nella quale compaiono opere di scrittori italiani sull’Africa. Gianni Paris, di Avezzano, vi ha pubblicato nel 2006 il romanzo “Mare nero”, e grazie alla distribuzione strada/spiaggia ha venduto cinquantamila copie. «Questa idea – dice Paris – funziona come un arco cartaceo. I ragazzi extracomunitari riescono a far arrivare la loro freccia dappertutto. Li ho incontrati in spiaggia, sotto quaranta gradi. Ho parlato con loro in piazza Duomo, a Milano, quando servivano la sciarpa e pure i guanti. Il sistema della vendita in strada e in spiaggia è in grado di lottare contro l’esodo dalle librerie». Per la stessa collana, il milanese Vicenzo Maria Oreggia ha invece firmato nel 2005 la raccolta di reportage narrativi “Bach tra gli elefanti”, e nel 2010 il romanzo “Pesce d’aprile a Conakry”. Secondo Oreggia, «il punto di forza della casa editrice è la capacità, attraverso il peculiare sistema distributivo su strada e grazie a prezzi di copertina contenuti, di raggiungere un numero elevato di lettori. Con “Bach tra gli elefanti” ho superato le trentamila copie. Trovo inoltre meritevole la possibilità che offre ai venditori immigrati di guadagnarsi da vivere senza ricorrere a rischiosi proventi di fortuna».