Il sindaco difenda l'Università dagli attacchi del Corriere della Sera

TERAMO – L’allarme lo lancia Waltere De Berardinis, Cittadino Giuliese, che si rivolge al sindaci di giulianova Francesco Mastromauro con un appello: quello di fare chiarezza e difendere un po’ l’Università di Teramo con i suoi due corsi a Giulianova (Scienze del turismo culturale e Progettazione e gestione dei sistemi turistici, della Facoltà di giurisprudenza, che si tengono a Giulianova nell’istituto Gualandi di via Gramsci). In realtà, ironicamente e citando un paradosso, l’articolista allude ad una inesistente Università giuliese, che denomina "Goffredo di Buglione". Ma a De Berardinis comunque la questione non piace, e ritiene che Mastromauro debba chiarire, almeno, che quell’università non esiste, in maniera che nessuno la cerchi e che, soprattutto, non la confonda con quella realmente esistente. Di seguito il pezzo di ieri del Corriere della Sera

"Carolus Magnus è un bel nome per un ateneo che si rispetti. Certamente meglio di un banale Carlo Magno come tanti. Il piccolo particolare è che l’ università di Verona che portava quel nome non era per niente rispettabile. Anzi non c’ era proprio, o meglio c’ era ma era come se non ci fosse. Come in una specie di «Truman Show», c’ era un edificio, c’ erano i banchi e le lavagne, c’ erano persino i docenti o almeno così pareva (molti altri, illustri, erano annunciati, ma non si sono mai fatti vivi), c’ erano i corsi in Arti e Management dello Spettacolo, e poi anche in Economia e gestione aziendale, mica roba da ridere. Tutto vero, anzi tutto finto. Finta l’ iscrizione, finti gli esami, una messinscena, finta soprattutto la laurea finale, perché mancava l’ autorizzazione del Ministero. Verissime le tasse da pagare (settemila euro per studente, mica poco). Dieci studenti ci sono cascati, ma adesso sanno che essere laureati alla Carolus Magnus è come essere usciti con il dottorato o il master dalla Università Friedrich Kasparhaus di Segrate, dalla Goffredo di Buglione di Giulianova, dalla Pierino e il Lupo di Ravenna, cioè nulla di nulla, visto che quelle università semplicemente non esistono. Un raggiro degno di «Totòtruffa», il famoso film in cui il genio napoletano di Antonio Peluffo (Totò), con l’ aiuto del suo amico Felice (Nino Taranto), tentò di vendere la Fontana di Trevi a un ricco italoamericano pronto ad abboccare. Certo, quella del sedicente Ateneo Carolus Magnus che distribuiva titoli fasulli resta una beffa per gli ingenui che se la sono bevuta, ma è tutto sommato una rivincita per l’ istituzione accademica italiana (quella legale e legalizzata), che tutto contribuisce a rendere davvero un’ entità fantasma, una sorta di Carolus Magnus diffusa su tutto il territorio. Senza riuscirci, per il momento. Ma non è detto che presto l’ obiettivo non venga raggiunto. Intanto una parificazione tra i diplomi di laurea falsi e quelli autentici e autenticati è stata felicemente raggiunta: né con i primi né con i secondi riesci a trovare lavoro. Paolo Di Stefano"