Ripreso il processo alla Commissione Grandi Rischi

L’AQUILA – E’ ripreso stamani al Tribunale dell’Aquila il processo ai sette componenti della Commissione grandi rischi accusati di aver fornito dopo la riunione del 31 marzo 2009 – a cinque giorni dal tragico sisma che ha causato la morte di 309 persone – rassicurazioni e notizie "imprecise, incomplete e contraddittorie" sulla evoluzione del sisma in un territorio che già da mesi era alle prese con un evidente sciame. Secondo la Procura della Repubblica dell’Aquila altre vite si sarebbero potute salvare se la popolazione avesse attuato le tradizionali cautele dopo le scosse. Dopo circa un’ora e mezzo di dibattito il giudice Marco Billi ha sospeso l’udienza per riunirsi in camera di consiglio al fine di prendere una decisione sul nuovo scontro che si è profilato dopo le schermaglie tra accusa e difesa della prima udienza del processo. Il motivo del contendere è stato sottolineato dall’avvocato dello Stato, Carlo Sica, che ha chiesto il rinvio dell’udienza per non aver avuto il tempo necessario alla valutazione della documentazione prodotta come prova dall’accusa indicando come responsabile la cancelleria del Tribunale. Sull’istanza si è opposto in maniera determinata il Pm Fabio Picuti e la netta maggioranza delle circa 60 parti civili che non ritengono leso il diritto di difesa. Queste ultime però si sono spaccate in quanto l’avvocato Vincenzo Calderoni ha appoggiato il rinvio dell’udienza "per non celebrare un processo che possa essere dichiarato nullo tra qualche anno". In aula, tra gli imputati, sono presenti Bernardo De Bernardinis, all’epoca vice capo della Protezione civile, che è intervenuto già alla prima udienza del processo, e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico della Protezione Civile. Gli altri cinque imputati sono Franco Barberi presidente vicario della commissione Grandi rischi, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto case, e Claudio Eva, ordinario di fisica dell’Università di Genova. Gli imputati sono accusati di omicidio colposo, lesioni e disastro colposi. Il processo è stato poi rinviato al 15 ottobre.