Le famiglie abruzzesi non risparmiano più

TERAMO –  Crollano in Abruzzo, nel primo semestre del 2011, i depositi bancari e il risparmio postale, con imprese e famiglie costrette a "raschiare il fondo del barile", mentre il credito cresce molto meno rispetto
all’Italia: 770 milioni di euro, pari ad un aumento del 3,20%, contro la media nazionale del +4,03%. E’ quanto emerge dall’indagine condotta, su dati Bankitalia, dal Centro studi della Cna abruzzese, che lancia l’allarme e chiede l’urgente rifinanziamento dei Confidi. In particolare, per quanto riguarda i depositi bancari e postali, nei primi sei mesi dell’anno si è registrata una flessione di ben 212 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2010 (quando c’era stata una crescita di 345 milioni) e rispetto ai 1.056 milioni del 2009. A livello percentuale i depositi in Abruzzo hanno subito un decremento dello 0,92%, contro un incremento medio nazionale dello 0,64%. Male anche il credito che, nel 2011, in Abruzzo, ha viaggiato a due velocità, restando nel complesso al di sotto della media nazionale: dopo i dati positivi dei primi tre mesi (488 milioni di euro pari al +2,03%), da aprile a giugno è cresciuto solo dell’1,15%, cioè 282 milioni. "Si tratta di una performance negativa – ha affermato in conferenza stampa il coordinatore della ricerca, Aldo Ronci – perchè l’incremento è stato basso sia per il sistema delle imprese, in evidente affanno, sia per le famiglie consumatrici, che non riescono più a risparmiare". A livello territoriale, i valori sono inferiori alla media nazionale anche nelle province di Pescara,
Teramo e Chieti, mentre solo l’aquilano riesce ad eguagliare il dato italiano. Tra i destinatari, invece, l’incremento di 567 milioni di euro che va alle imprese è stato assorbito, per oltre la metà, dal settore delle costruzioni e si è concentrato esclusivamente nella provincia dell’Aquila (+4,14%). Il presidente della Cna, Italo Lupo, ha parlato di una "guerra con morti e feriti" ed ha ribadito la necessità di "sbloccare rapidamente quelle risorse pubbliche, come quelle legate al Bando Por-Fesr, che assegnano a un insieme di banche abruzzesi, tra cui la finanziaria pubblica regionale, la Fira 15 milioni di euro da destinare ai confidi". Annunciando che i dati relativi al terzo trimestre "sono anche peggiori rispetto al secondo", il direttore della confederazione, Graziano Di Costanzo, ha detto che l’attuale crisi internazionale sta portando a due conseguenze: "da un lato le banche hanno ulteriormente stretto la morsa, dall’altro sono raddoppiati i tassi di interesse a carico delle imprese,
arrivando al 7-8% e in alcuni casi anche al 9%".