La madre del piccolo Jason: "Non sono stata io"

Ascoli Piceno – Si è tenuto stamattina ad Ascoli Piceno l’interrogatorio di garanzia per Katia Reginella e Denny Pruscino, la coppia di coniugi accusata dell’omicidio volontario del piccolo Jason, il bimbo di soli 50 giorni che la donna, accusata anche di distruzione del cadavere, aveva avuto da un’altra relazione. Procura e Gip sono convinti che il bimbo sia morto presumibilmente tra il 22 e il 30 giugno, ucciso dalle botte e da uno stato generale di abbandono. L’ordinanza di custodia fa riferimento anche alle aggravanti per futili motivi: si sostiene che il piccolo sia stato ucciso perché piangeva troppo, e si sottlinea la crudeltà del gesto, con il corpicino di Jason chiuso in un sacco della spazzatura e gettato in un luogo al momento sconosciuto. La madre, sentita dal Gip Carlo Calvaresi alla presenza dell’avvocato Vincenzo Di Nanna, ha respinto ogni accusa. “In questa storia – ha detto Di Nanna – le vittime sono due: il bimbo e Katia, a tutti gli effetti vittima del marito Denny”. Il legale aggiunge anche che ci sarebbero diversi elementi che lo proverebbero, come “l’intercettazione telefonica in cui Pruscino le chiede di scrivere una lettera in cui si sarebbe dovuta autoaccusare della morte del figlio, per poi scappare insieme”. Secondo Di Nanna anche la stessa ordinanza di custodia cautelare “distingue le responsabilità tra i due coniugi”. Al momento non verrà fatta richiesta di scarcerazione per la donna, anche perché è probabile che venga sottoposta a perizia psichiatrica. Subito dopo l’interrogatorio della madre, è iniziato quello di Pruscino.