TERAMO – La manovra colpirà oltre il 76% dei pensionati della Provincia di Teramo. E’ questa la stima fatta dalla Cgil che ha calcolato la percentuale di chi non godrà più dell’adeguamento della pensione all’inflazione. “Si tratta – spiega Giampaolo Di Odoardo, segretario provinciale della Cgil – di un provvedimento che colpirà le fasce più deboli che vedranno le loro pensioni congelate fino al 2014. Significa, in soldoni, far perdere la tredicesima a chi ancora lavora e a questa massa di pensionati che, negli ultimi anni, hanno perso circa il 30% del loro potere d’acquisto. In sostanza si accentua la contrazione dei consumi e la recessione, creando nuova disoccupazione”. I lavoratori che invece dovranno aspettare i fatidici 5 anni e sei mesi prima di poter andare in pensione saranno circa 1200 in provincia. “E’ incredibile – continua Di Odoardo – che non si faccia la dovuta distinzione tra i diversi tipi di lavoro, soprattutto quelli più usuranti”. La Cgil contesta anche l’introduzione dell’Imu, l’imposta sulla prima casa e il fatto che nella manovra Monti non si sia affatto affrontata la piaga del precariato. “Dispiace constatare – aggiunge Antonio Liberatore della Cgil – che la riforma delle pensioni non sia stata applicata con la dovuta gradualità, noi diciamo no alla tassazione sulla prima casa e spingiamo per l’introduzione della patrimoniale”. Stamattina i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un picchetto davanti alla sede della Prefettura e hanno incontrato il Prefetto per chiedergli di intercedere presso il Governo per cambiare la manovra. Presenti all’iniziativa anche alcuni esponenti del Pd, come Ernino D’Agostino e Claudio Ruffini. Secondo i sindacati, che oggi hanno organizzato 3 ore di sciopero del settore industriale, il Parlamento dovrebbe decidere di recuperare risorse da un’imposta sulle grandi ricchezze, la tassazione dei capitali portati all’estero e di quelli collocati in Svizzera, la vendita ed il canone sulle frequenze televisive e la riduzione di spese militari.
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