Gli studenti: "Il Comi non si tocca"

TERAMO – “Il Comi non si tocca” . Questo uno degli striscioni che stamattina i ragazzi dello storico istituto tecnico hanno affisso per protestare contro la possibile perdita dell’indirizzo tecnico-turistico, che, secondo il piano di ridimensionamento provinciale, dovrebbe essere assegnato all’istituto “Di Poppa-Rozzi”. Quello che temono gli studenti, soprattutto, è la perdita della sede: in sostanza, secondo il piano di accorpamenti, l’istituto di istruzione “Comi-Forti” dovrebbe essere diviso e dovrebbero nascere due poli, uno economico, (Comi-Pascal) e l’altro tecnologico (Forti-Alessandrini Marino). In sostanza i ragazzi temono che la creazione di un doppione, come sarebbe di fatto un altro istituto ad indirizzo tecnico-turistico, comporterebbe la fine del Comi e la perdita della storica sede di Viale Bovio. “Quando daranno l’indirizzo turistico al Di Poppa-Rozzi – spiega Denny Barlafante, uno degli studenti del Comi – non si formeranno più prime classi e, quindi, ci trasferiranno all’interno del Pascal”. I ragazzi hanno organizzato tre giorni di sciopero: domani saranno di nuovo davanti alla scuola per sensibilizzare le istituzioni sull’argomento e stanno pensando anche di andare a protestare direttamente a L’Aquila, nella sede della Regione, mentre per dopodomani è previsto un corteo fino alla sede della Provincia. “Non vogliamo perdere l’indirizzo tecnico-turistico – aggiunge Gianluca De Iuliis – anche perché la nostra scuola è stata la prima ad attivarlo. Ci dispiacerebbe moltissimo se ci spostassero da questa sede storica, a cui siamo affezionati”. I ragazzi sono stati supportati nella loro protesta anche dagli ex alunni del Comi, che sono arrivati intorno a mezzogiorno. Gli studenti hanno anche realizzato una lettera aperta da consegnare ai politici, e, in particolare, all’assessore regionale Paolo Gatti.