Commercio, il "no" di Confesercenti sulle liberalizzazioni degli orari

TERAMO – Liberalizzare gli orari del commercio? La Confesercenti dice no. L’associazione di categoria ha lanciato un vero e proprio appello al Governatore Gianni Chiodi e ai consiglieri regionali abruzzesi chiedendo di ricorrere contro la legge.  “In Abruzzo – afferma il presidente regionale di Confesercenti – Beniamino Orfanelli – ci sono molte ragioni per respingere la liberalizzazione:  in primis i 385 metri quadrati di grande distribuzione ogni mille abitanti presenti, ben 200 in più rispetto alla media nazionale, che stanno svuotando le città. Lo ripetiamo da anni e i risultati oggi ci danno purtroppo ragione: nelle città i negozi sfitti sono drammaticamente aumentati”. Una situazione rilevata anche dal rappresentante comunale dell’associazione, Giancarlo Da Rui. “Su una realtà commerciale e sociale come quella teramana – spiega Da Rui – l’impatto delle nuove disposizioni sarebbe drammatico e non farebbe altro che accentuare la dicotomia tra centro storico e grande distribuzione, a vantaggio, ovviamente, della seconda. E’ chiaro infatti che si tratta di una legge che strizza l’occhio alle realtà più grandi a discapito delle attività a conduzione familiare come quelle che si trovano in centro storico e che sarebbero a rischio di sopravvivenza”. L’associazione di categoria punta infatti l’attenzione sulla necessità di tutelare i 60 mila lavoratori delle piccole e medie imprese commerciali abruzzesi. "Siamo preoccupati – conclude il direttore regionale di Confesercenti – perché a fronte del ricorso voluto da Lazio, Piemonte e Toscana, il primo Comune abruzzese a vantarsi di aver liberalizzato è stato San Giovanni Teatino (Chieti)”.