Teramo, hinterland al sicuro ma non per i furti

TERAMO – Tutto sommato la provincia di Teramo è sicura, scevra da infiltrazioni di stampo criminale in forma organizzata. Ma la ‘comodità’ della posizione territoriale, l’essere una zona di transito raggiungibile in poco tempo dalle metropoli ne fa un’area appetibile per le scorribande predatorie. Sì perchè a giudicare dai numeri e dalle analisi statistiche offerte dal Bilancio sociale 2011 della questura di Teramo, il fenomeno di cui preoccuparsi maggiormente in ambito preventivo è quello dei furti. In 12 mesi ce ne sono stati oltre 600 in più (da 6.326 a 6.933) e la fascia cositera ne ha subiti maggiormente (4.319 contro gi 802 del capoluogo). I numeri sono numeri ma, come suggerisce il questore di Teramo, Amalia Di Ruocco, che oggi ha illustrato questi dati nel corso di una conferenza stampa, bisogna utilizzare una discriminante nel valutare la portata criminale di questi eventi. «Teramo non è provincia che soffre un quadro criminale tale da paragonarla ad altre d’Italia dove l’infiltrazione mafiosa o camorristica è reale, anche se analizziamo dati uguali per il codice penale – ha spiegato». L’omicidio maturato nell’ambiente familiare e, soprattutto in questa provincia, con autori nella maggior parte dei casi noti o presunti tali, non può essere ‘pesato’ sotto il profilo sociale quanto un delitto di criminalità organizzata. Ma il numero così com’è, secondo Il Sole 24 Ore, pone il Teramano al 66° posto nel gruppo 3, per qualità della vita, non proprio edificante nella graduatoria delle 103 province. Il bilancio sociale della questura teramana è utile in questo caso, per delineare un quadro alquanto preoccupante sullo stato di povertà: i furti nei negozi di generi alimentari o di prima necessità sono in salita.