Il processo alla badante fa i conti con il calendario… copto

TERAMO – Sarà il 13 marzo il giorno in cui con ogni probabilità la Corte d’assise di Teramo si pronuncerà sul destino di Tereke Lema Alefech, la badante etiope di 54 anni accusata del delitto di Gabriella Baire, 62 anni, sua collega eritrea, ammazzata a colpi di spranga il 24 ottobre 2010 a Teramo, in un condominio di via Pannella. La corte questa mattina ha concesso una proroga al professor Renato Ariatti, docente di psichiatria dell’Università di Bologna cui è affidato il compito di sottoporre a perizia la donna accusata dell’omicidio, secondo la richiesta presentata dalla sua difesa nel ricorso al giudizio abbreviato condizionato. Al perito spetta il compito di rispondere a due quesiti: se nel secondo si tratta di esaudire un dilemma per così dire di scuola, sulla capacità di intendere e volere dell’imputata e sulla sua pericolosità sociale, nel primo Ariatti deve far ricorso alle conoscenze… religiose. Sì perchè la difesa della Alefech ha prodotto un certificato sanitario redatto nel suo paese d’origine, l’Etiopia, che attesterebbe l’esistenza di una patologia psichiatrica preesistente al periodo del delitto. L’avvocato Michele Del Fuoco, che rappresenta uno dei fratelli della vittima, costituitosi parte civile, ha sollevato dubbi sull’autenticità della documentazione sanitaria prodotta, sottolineando l’incertezza della data. Secondo quanto sostenuto in aula, quel certificato porta la data del calendario copto etiopico che, si sa, porta un ritardo sul calendario gregoriano, in uso in Italia. di 7 anni e 8 giorni. Dunque la data riportata sul certificato, dovrebbe essere aggiornato al gregoriano 2007, periodo in cui la badante accusata dell’omicidio era già in Italia. Sull’autenticità del certificato e sulla pronuncia circa la capacità d’intendere della donna è dunque subordinato l’esito della prossima udienza, in cui comunque la Corte dovrà emettere la sentenza sul delitto.