TERAMO – La notizia del “licenziamento” di Lino Silvino dall’incarico part-time che gli era stato affidato dal sindaco di Campli Gabriele Giovannini fa tuonare la minoranza. Sotto accusa il primo cittadino e le sue scelte. Secondo l’opposizione in Consiglio comunale, Silvino sarebbe stato assunto con “un atto di prepotenza amministrativa da parte di Giovannini che ora ha la faccia tosta di negare i fatti anche nella più oggettiva evidenza”. La minoranza ribadisce quanto, in realtà, ha sostenuto sin dall’inizio della vicenda, “La carte parlano chiaro : Silvino non poteva essere assunto né nel 2012 e nemmeno nel 2011!”, e attacca il sindaco Giovannini, che avrebbe dato la colpa della cacciata di Silvino al “Decreto Monti”. Il riferimento è ad un decreto del 2010, relativo alle spese sulla formazione, che non avrebbe consentito l’assunzione di Silvino come responsabile del settore. Giovannini invece lo ha assunto senza tenere conto delle leggi vigenti perciò si chiede l’intervento della Corte dei Conti per stabilire chi debba pagare Silvino”, conclude l’opposizione, sottolineando la “gravità amministrativa” della vicenda.
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