Robimarga: «Contro di me solo ritorsione professionale»

TERAMO – Corrado Robimarga, l’urologo ed ex assessore all’urbanistica del Comune di Teramo, per la prima volta decide di parlare del caso giudiziario che lo ha coinvolto, facendogli rimediare l’interdizione dal lavoro per due mesi e costringendolo alle dimissioni da pubblico amministratore. Lo fa nella trasmissione “Fino a prova contraria" in onda questa sera alle 23 a Teleponte. Intervistato dal conduttore, il direttore di emmelle.it Roberto Almonti, Robimarga affronta vari tempi che si sono innestati, nel tempo, sul filone principale dell’inchiesta. Si parla infatti della sua discussa nomina a responsabile dell’unità semplice dipartimentale di urologia all’ospedale di Giulianova, all’avviso pubblico cui ha partecipando superando la concorrenza di altri urologi, ai rapporti nel reparto universitario dove per anni ha lavorato  al Mazzini di Teramo ma anche quelli con la politica, prima e dopo l’avvio dell’indagine. In particolare, Robimarga ha puntato il dito nei confronti di una sorta di ritorsione professionale nei suoi confronti quale origine anche dell’inchiesta stessa. Toccando anche argomenti di pesante riflesso sul piano sanitario, Robimarga ha parlato di "baronie medievali", di “coltivatori diretti dei propri orticelli nella sanità pubblica", di “lobby sanitarie piccole e grandi", che nel corso degli anni avrebbero impedito da un lato la crescita dei medici ospedalieri locali, dall’altro la piena affermazione di professionisti capaci. Nei suoi confronti soprattutto, Robimarga avrebbe registrato una crescente avversione professionale, rinforzata nel tempo dal suo ingresso in politica: “personaggio scomodo", insomma, che una volta diventato assessore all’urbanistica a Teramo, sarebbe stato visto come un nemico da combattere e da limitare nella sua attività in reparto. Fino alla denuncia alla magistratura.