No alle dimissioni in bianco. Appello al Prefetto

TERAMO – Anche Teramo dice no alle dimissioni in bianco. In occasione della giornata nazionale di mobilitazione contro il fenomeno Cgil, Cisl e Uil, insieme al  Comitato Se Non Ora Quando di Teramo, la Consigliera di Parità e la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Teramo invieranno  domani al Prefetto Eugenio Soldà una nota con la quale si chiederà di condividere la battaglia che le donne italiane stanno conducendo per impedire le dimissioni in bianco e di inoltrarla alla Ministra Fornero. L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare il Paese sulla necessità di abolire quella che i sindacati definiscono “pratica medioevale” e nasce dalla volontà di 188 donne che hanno promosso l’appello 188 firme per la legge 188 e dalle 14 donne, rappresentanti di tutto il mondo del lavoro, del giornalismo, della politica, dei movimenti, dei partiti, della scienza, della scuola, che hanno firmato l’appello contro le dimissioni in  bianco.La legge 188 era stata approvata nel 2007 per impedire le “dimissioni in bianco”, illegittime ma ampiamente usate dai datori di lavoro al momento dell’assunzione delle donne, per “cautelarsi” nel caso di eventuali gravidanze. La Legge 188 aveva individuato un modo semplice ma efficace per contrastare il fenomeno: prevedeva infatti, che qualunque dimissione volontaria dal lavoro dovesse essere compilata su moduli numerati e datati, così da rendere impossibile quella firma di finte dimissioni estorta al momento dell’assunzione. La legge è stata cancellata nel 2008 e il fenomeno delle dimissioni in bianco è lievitato: ad oggi, sono state 800mila le donne costrette ad abbandonare il lavoro attraverso le dimissioni in bianco, il 90% è la percentuale di casi in cui le dimissioni forzate sono arrivate in seguito ad una gravidanza, il 53% avviene in aziende con meno di 15 dipendenti, l’80% è la percentuale dei casi che se anche denunciati è impossibile da perseguire. Per questo anche le rappresentanze sindacali teramani cheideranno al Prefetto di intervenire a livello nazionale per chidere un nuovo percorso legislativo sul tema.