Congresso Pdl, Di Dalmazio: "Sarà un partito diverso"

TERAMO – Nessun rischio di sfaldamento, le divisioni interne al Pdl non lacerano il partito ma il dato politico è che dal congresso uscirà un partito diverso, con una maggioranza e una minoranza a da qui ci saranno sviluppi. A pensarla così è l’assessore regionale Mauro Di Dalmazio, sostenitore della mozione Tancredi insieme al presidente della Regione Gianni Chiodi che alla vigilia del voto dichiara di far fatica a comprendere le ragioni che hanno portato alla presentazione di due proposte. “Registro che c’è una proposta diversa alla classe dirigente che ha portato Teramo alla ribalta regionale. Ho il massimo rispetto per le persone e per le posizioni, ma non capisco cos’è cambiato dall’oggi al domani. In questi anni non ci sono state voci di dissenso che facessero presupporre distanze dal progetto che insieme al presidente Chiodi si è portato avanti e che si vuole portare ancora avanti, visto che il governatore è il primo firmatario della mozione Tancredi. Ma francamente non trovo distanza nei contenuti, né elementi di distinguo tra le due mozioni in termini di valori, di prospettive e alleanze da costruire – spiega Di Dalmazio – pertanto il rischio è che quanto rappresentato dalla mozione alternativa (quella che fa riferimento a Paolo Gatti) possa essere percepito come strumentale. Quando abbiamo vinto eravamo uniti. E adesso?”. L’assessore ha mai ritenuto che ci fossore problemi di peso, di equilibri sbilanciati all’interno del Pdl tra le diverse componenti tanto da portare Gatti a proporsi come alternativa? “In un partito ci sono sempre momenti in cui tutti non sono contenti. Mi viene da pensare al 2009 quando volevo proporre la mia candidatura alla Regione come espressione delle forze civiche ma ho dovuto far spazio ad altre istanze. Eppure sono rimasto fedele a quel progetto, chiunque fa poltica sa che sono dinamiche naturali". Quando Di Dalmazio ritiene che dal congresso uscirà un “partito diverso” avverte una debolezza che può inficiarne la salute alla vigilia delle prossime elezioni politiche? “Assolutamente no. Il partito ne uscirà cambiato ma 14mila tesserati sono un bagno di successo, significano una responsabilità che non va tradita. E’ per questo che dobbiamo rimanere saldi in sella per concentrarci nella costruzione della fase nuova, quella che il segretario Angelino Alfano indica nel partito popolare europeo”.  A proposito di tesseramento: secondo Di Dalmazio esiste davvero quel cosiddetto pacchetto di tessere fatte “per amicizia” ma altrettanto disinteressate alle vicende del partito che possono andare a incidere sull’astesione, dunque sul risultato congressuale? “Il fenomeno della cortesia parentale può esitere, ma in un momento di ‘anti-politica’ forte come questo dubito fortemente che ci siano persone che diano un documento e appongano una firma se non sono motivate da una ferma volontà. E’ proprio la volontà uno dei grandi valori del Pdl”.