Pd: "Chiodi non ha i numeri alzi bandiera bianca"

TERAMO – Il gruppo Pd al consiglio regionale ritiene che Chiodi non abbia più "i numeri per andare avanti, altrimenti lui e la sua maggioranza avrebbero approvato le riforme fondamentali per l’Abruzzo" e gli chiede di "prendere atto di questa situazione" e di "alzare bandiera bianca". La richiesta, fatta in una conferenza stampa, giunge presentando la lista delle incompiute. Il gruppo auspica poi "un nuovo patto sociale tra imprese, organizzazioni sindacali e forze politiche", per realizzare le priorità dell’Abruzzo. "E’ fondamentale fare quelle tre o quattro cose che servono all’Abruzzo – ha sottolineato il capogruppo, Camillo D’alessandro -, prima della fine della legislatura, perchè noi temiamo che l’avvicinarsi delle elezioni porti ancora di più alla ricerca delle piccole cose, della salvaguardia dei bottini piccoli e personali dei singoli consiglieri, trascurando ciò che serve alla regione". Per dimostrare che "i numeri non ci sono", il Pd ha elaborato delle tabelle in cui vengono elencate le "leggi presentate e mai approvate", quelle "approvate e mai attuate" e quelle "mai presentate". "L’Abruzzo, ad esempio – spiega D’Alessandro -, attende da 1.020 giorni per la legge sull’Urbanistica e da 900 giorni per le norme relative all’attività edilizia, entrambe già assegnate alle commissioni". "Non sono mai stati attuati – ha aggiunto il consigliere Claudio Ruffini – i cosiddetti ‘principi generali in materia di riordino degli enti regionali’, al vaglio delle commissioni dal marzo del 2009: la legge disponeva che la Giunta aveva 180 giorni di tempo per presentare leggi di riordino degli enti e superare i commissariamenti. Invece restano commissariati ancora 26 enti". Tra le riforme mai presentate spiccano il Piano sanitario regionale, che "l’Abruzzo attende da 330 giorni" e la legge in materia di ordinamento e organizzazione amministrativa, "riforma, questa, mai presentata". "Tutto ciò dimostra che i numeri non ci sono. Questa legislatura è composta da non facenti o da nullafacenti. L’Abruzzo non è casa loro, ma degli abruzzesi e loro dovrebbero fare ciò che gli abruzzesi si aspettano. Chiodi dichiari che non ce la fa oppure dimostri di poter fare ciò che serve. Elezioni anticipate o meno – ha concluso D’Alessandro -, è fondamentale stabilire e portare avanti quelle tre o quattro cose che servono alla regione".