Usura, in Abruzzo un giro d'affari milionario

TERAMO –  Usura: è allarme in Abruzzo. Un giro d’affari, secondo il rapporto “Sos impresa – Le mani della criminalità sulle imprese”, presentato a Pescara, da ben 500 milioni di euro. In linea con il trend nazionale, anche in Abruzzo si registra un calo costante del numero delle denunce dal 2008 ad oggi, sintomo, secondo lo studio, di come il sommerso sia in crescita. Nei primi sei mesi del 2011, rivela l’indagine commissionata da Sos impresa, associazione della Confesercenti nata nel 1991, sono stati 61 i delitti commessi, a fronte di 125 delitti nel 2010, 136 nel 2009, 156 nel 2008, 140 nel 2007, 128 nel 2006, 155 nel 2005 e 126 nel 2004.Per quanto riguarda l’usura, in particolare, in Abruzzo sono 6.500 i commercianti coinvolti, pari al 25,2% del totale, una percentuale più alta della media italiana, (19,2%), con un giro d’affari che in tutto, a livello nazionale, raggiunge i 20 milioni di euro. Sono state 33 le persone indagate o arrestate in Abruzzo nell’ambito di 12 operazioni antiusura portate avanti nel 2010. Quindici le operazioni condotte nel 2009 e nel 2008, con 79 indagati o arrestati nel primo caso e 64 nel secondo. Lo studio rivela anche che l’Abruzzo è una di quelle ragioni, assieme a Veneto, Trentino Alto Adige, Marche e Sardegna, in cui i clan mafiosi o camorristici compiono rapide incursioni, riciclano denaro sporco, concludono affari, ma non si radicano sul territorio, preferendo luoghi più sicuri e dove è possibile una maggiore mimetizzazione. Lungo la costa sono attivi però clan dediti allo spaccio di droga e allo sfruttamento della prostituzione nei locali notturni: secondo lo studio l’Abruzzo rappresenta un crocevia di traffici ed una piazza di spaccio tra le prime in Italia. Le rotte della droga, che partono dall’Albania e dai Balcani,  emerge dal rapporto, sono gestite da slavi che entrano in contatto operativo con i clan di ‘ndrangheta e camorra. L’Abruzzo, inoltre, è anche la base logistica di transito per i carichi di droga provenienti dalla Puglia e diretti al Nord Italia. «L’attuale combinazione tra crisi delle banche e crisi del sistema produttivo – ha commentato il direttore di Confesercenti Abruzzo Ezio Giammarino – non rende più operativo un flusso costante di finanziamenti e questa situazione favorisce l’usura. In una fase del genere, deve esserci un canale che consenta di accompagnare gli imprenditori che sono stati spazzati via. Noi stiamo facendo in modo che si possa tornare ad un ordinato esercizio delle attività  bancarie, perché così la situazione migliorerebbe un minimo».