Patteggia 20 mesi il ragioniere infedele

TERAMO – Ha patteggiato la condanna a un anno e otto mesi per appropriazione indebita di decine di migliaia di euro, il ragioniere commercialista Gasparino Lancione, accusato di numerosi clienti del suo studio di aver incassato somme delle contabilità destinate al pagamento del Fisco. Il giudice monocratico Antonio Converti ha accolto la richiesta della sua difesa di concordare la pena ma ha respinto quella di unificare in un solo processo il giudizio anche sulle altre decine di casi venuti a galla a cascata, in una specie di domino, dop questo primo e clamoroso caso. Dunque per Lancione si prospetta un altro processo o altri processio, a giudicare dai fascicoli già chiusi dagli altri pm che hanno indagato su decine di casi denunciati dalle vittime ed ex clienti del ragioniere commercialista. Il primo che chiese pubblicamente che gli venisse spiegato perchè l’Erario gli chiedeva salatissime sanzioni, fino a rischiare il pignoramento della casa, per il mancato versamento di tributi e tasse che lui stesso aveva onorato col denaro consegnato al contabile, fu un noto medico teramano, che raccontò a emmelle.it, nel febbraio di un anno fa, la sua drammatica storia. Da lì l’avvio della prima inchiesta, che oggi è giunta all’epilogo con la condanna di Lancione. Anni e anni di versamenti evasi, all’insaputa dei clienti, somme intascate e dirottate per altri fini, che costituivano pian piano montagne di debiti delle vittime con l’Erario. Il problema era venuto alla luce quando lo Stato ha presentato il conto. Molti commercianti e artigiani si sono ritrovati sul lastrico, con le attività pignorate o sequestrate, prelievi coattivi dello stipendio e case all’asta.