«La gestione del servizio idrico diventi realmente pubblica»

TERAMO – «La gestione del servizio idrico continua ad essere un modo per spartirsi le poltrone». E’ questa l’opinione dei rappresentanti del Comitato teramano “Acqua Bene Comune”, che stamattina hanno organizzato una conferenza stampa davanti la sede della Ruzzo Reti per illustrare le problematiche del settore. In particolare il comitato ha puntato l’attenzione sul mancato rispetto del referendum popolare contro la privatizzazione dell’acqua, che chiedeva l’abolizione della  “remunerazione del capitale investito”, che pesa sulle bollette per almeno il 7% . «Ad oggi nei comuni della Provincia di Teramo – afferma il Comitato – non si è data attuazione alla volontà popolare, anzi la remunerazione del capitale investito è stata prevista anche nella pianificazione tariffaria fino al 2030. «In poche parole i sindaci che fanno parte del Ruzzo – afferma il Comitato -, invece di applicare la chiarissima volontà popolare, hanno fatto finta di nulla approvando non la riduzione delle tariffe, ma il loro aumento». Il Comitato aggiunge anche di aver chiesto, per due volte, un incontro con in primi cittadini della provincia di Teramo ed al Presidente dell’Amministrazione Provinciale. «Una richiesta che è rimasta priva di risposte, testimoniando la distanza ormai abissale di una certa classe politica dai cittadini». Il Comitato entra anche nel merito della vicenda del Ruzzo, contestandone la gestione “partitocratica” e la “guerra” che si svolge all’interno tra le correnti degli stessi partiti. «La strada da percorrere – propone il Comitato – è quella di trasformare la Ruzzo Reti da Società per Azioni, il cui fine è fare comunque profitti sull’acqua, in Azienda Speciale sul modello di quanto è stato fatto a Napoli e di quanto ha recentemente deliberato di voler fare l’Assemblea dei Sindaci per il Servizio Idrico Integrato della provincia di Pescara. Si devono trovare nuove forme di gestione capaci di assicurare una partecipazione vera ed effettiva dei cittadini che non possono essere degradati a meri utenti di un servizio in una logica privatistica e contrattualistica». Il Comitato rinnova infine la richiesta di incontro con il Presidente della Provincia Valter Catarra e i sindaci dei Comuni teramani, per avviare un confronto sul modello di gestione del servizio idrico integrato nella nostra provincia.