Il Wwf: «L'Abruzzo dia uno stop all'estrazione degli idrocarburi»

TERAMO – Estrazione degli idrocarburi: secondo il rapporto del Wwf, dal titolo "Regali petroliferi anche in Abruzzo. La regione verde d’Europa nella giungla di royality, incentivi e facilitazioni" allo sfruttamento del territorio non corrispondono guadagni proporzionali. Secondo il Wwf infatti, il 50% del territorio abruzzese è interessato da attività legate alla ricerca, estrazione e stoccaggio di idrocarburi, che coinvolge il 75% dei comuni abruzzesi, dove risiede quasi l’80% della popolazione, mentre quasi seimila chilometri di mare sono interessati da permessi di ricerca, concessioni ed estrazione. Nonostante questi numeri, alla Regione, nel 2010, sono stati riconosciuti ricavi di poco superiori a 250mila euro. Dal dossier emerge anche che in Abruzzo ci sono dieci istanze di permesso di ricerca, undici permessi di ricerca e due istanze di concessione di coltivazione a terra, oltre a una richiesta di permesso di prospezione, quattro di permesso di ricerca, quattro permessi di ricerca e due istanze di coltivazione nel tratto di mare antistante la costa.   «Ma l’Abruzzo – afferma il presidente regionale del Wwf Luciano Di Tizio – conta già sette progetti produttivi di coltivazione di idrocarburi a mare ed otto a terra, di cui due attualmente operanti. La legge regionale approvata nel 2010 non è in grado di bloccare questa deriva petrolifera, limitandosi a individuare dei semplici ‘profili di incompatibilita” in alcune zone della regione, trascurandone tante altre e non occupandosi minimamente né delle istanze a mare né delle istanze che attengono alla ricerca di idrocarburi gassosi». Secondo gli ambientalisti i ricavi, in generale, sono molto contenuti: nessuna royalty è stata presentata per le attività di estrazione a terra poiché tutte si sono tenute al di sotto del limite minimo esentato. Per il Wwf il sistema delle royalty è quindi ad esclusivo vantaggio delle compagnie petrolifere: da qui l’appello lanciato alla Regione per mettere in atto delle politiche e delle azioni per far calare l’interesse delle compagnie petrolifere verso il territorio.