Università, per i Giovani Democratici la chiave di rilancio sta nell'offerta di servizi

TERAMO – Il calo di iscritti all’ateneo teramano preoccupa il gruppo studentesco dei Giovani Democratatici aderenti al Pd che interviene nel dibattito sul rilancio del polo universitario avanzando alcune proposte legate per lo più alla viabilità e al welfare. Gli studenti chiedeno infatti una revisione delle corse degli autobus finalizzata a collegare costantemente le sedi di Colleparco alla mensa, al centro storico e a Piano d’Accio per agevolare gli studenti di Veterinaria. In tale direzione si inserisce anche la richiesta di ripristinare la linea 7 nella fascia oraria dalle 15 alle 17 per consentire ai ragazzi di recarsi a lezione negli orari pomeridiani. Oltre a questo gli universitari chiedono anche servizi, come ad esempio l’individuazione di spazi studio in centro e nella sede del rettorato in viale Crucioli. «Al momento l’unico luogo di studio è la biblioteca provinciale Delfico che però è sempre sovraffollata. Inoltre va considerato che la biblioteca rimane chiusa il venerdì e il sabato dopo le 14 lasciando gli studenti privi di aule studio. Tra i suggerimenti gli studenti propongono inoltre l’attivazione di una “service-card” ovvero una carta servizi cittadina che permetterebbe di riunire in un unico strumento sconti e convenzioni a 360 gradi: dagli acquisti, all’attività sportiva agli eventi musicali e culturali cittadini. Oltre alla quiescenza del progetto della Casa dello Studenti i giovani democratici lamentano anche i provvedimenti del Governo che vanno in direzione opposta alle tutele del diritto allo studio. E’ il caso ad esempio di un decreto legge che permette agli atenei di aumentare le tasse universitarie ma anche di un adeguamento della tassa regionale per il diritto allo studio passata dai 77,50 euro a 140 euro. Infine la polemica si è spostata sul contributo di 20mila euro cancellato dal Comune alla Fondazione dell’Università. «Se le istituzioni locali non danno credibilità all’operato della Fondazione come si può pensare di attivare una rete di servizi integrata?»