Province: «Un toto-accorpamento. Noi strattonati da Ascoli e Pescara»

TERAMO – L’associazione Teramo Nostra torna sul problema della soppressione della provincia di Teramo con una nota di forte indignazione dopo la costituzione a Pescara di un fronte politico bipartisan (PD, PDL, UDC, FLI) in difesa del ruolo di capoluogo. A preoccupare gli esponenti di teramo nostra è soprattutto la mozione unitaria presentata dai diversi schieramenti in consiglio comunale per annettere la provincia di Teramo. «Un colpo del genere – si legge nel comunicato diffuso dall’associazione – non è mai stato ricordato dall’Unità D’Italia ad oggi, se non quando, nel 1927, durante il regime dittatoriale, il fascista Giacomo Acerbo decretò lo “scippo” di ben 34 comuni da Teramo per la creazione della Provincia di Pescara. Che i consiglieri comunali Pescaresi, siano mossi da interessi campanilistici, non crea stupore, al contrario ci sorprende che uomini delle istituzioni dimentichino il metodo democratico e costituzionale della consultazione». Teramo Nostra ricorda che al di là del “minestrone” Teramo è l’unica tra le quattro provincie abruzzesi, che verrebbe soppressa: “un disegno predatorio, in cui la Città di Teramo è anche l’unica a perdere il ruolo di capoluogo con le inevitabili conseguenze nella perdita di enti, uffici e servizi”.L’associazione chiede che anche Teramo abbia la possibilità si elaborare una proposta, quella di reincludere nella Provincia di Teramo i comuni dell’area montana pescarese, sottratti nel 1927 e appartenenti al Parco Nazionale del Gran Sasso. «Legittima richiesta la nostra, che servirebbe a ridare alla nostra Provincia, quel numero sufficiente (350.000 abitanti) per continuare ad esistere e a svolgere la funzione di direzione provinciale. “Apprendiamo invece la proposta del presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Piero Celani, che pur di avere i numeri per salvare la sua Provincia, vorrebbe “scipparci” oggi i comuni della Val Vibrata. Una battuta folcloristica – dichiara Teramo Nostra – ma che lascia intendere come l’intera classe politica dirigente, tra le varie ipotesi farneticanti, abbia dato il via da diversi giorni a un caotico toto-accorpamento». Teramo Nostra torna a sollecitare l’intervento degli esponenti politici teramani e del governatore Chiodi auspicando una “grinta” analoga a quella dimostrata dai consiglieri comunali pescaresi. «Finora chi ci rappresenta nelle istituzioni si è dimostrato attendista, dormiente e in alcun casi persino compiacente – ha concluso Teramo Nostra-. A costoro diciamo che chi oggi non difende la nostra Città, figurerà tra i nostri cittadini – elettori come “nemico” di Teramo e Provincia”.