Accorpamento delle Province: le associazioni di categoria sollecitano Chiodi

TERAMO – «Salvaguardare le prerogative del nostro territorio provinciale e della città di Teramo». E’ questo l’appello lanciato dal presidente della Camera di Commercio Giustino Di Carlantonio in una lettera indirizzata al presidente della Regione Gianni Chiodi. La missiva è stata firmata anche da tutte le associazioni e le istituzioni, che, a vario titolo, rappresentano imprenditori, commercianti, artigiani, agricoltori, cooperative  e che costituiscono la vera ossatura del settore produttivo provinciale e rappresentano 41 mila imprese. Le associazioni chiedono un incontro al presidente Chiodi al fine di concertare azioni congiunte per scongiurare la soppressione o l’accorpamento della Provincia di Teramo. Il mondo produttivo locale esprime una vera e sentita preoccupazione per la riforma delle Province, che dovrebbe entrare in vigore a breve con la conversione in legge del decreto governativo sulla Spending review. Le associazioni di categoria, nei giorni scorsi, si sono incontrate nelle sede dell’Ente camerale, per discutere della questione. «E’ emersa – si legge nella lettera indirizzata a Chiodi – la preoccupazione che tale riforma determini, in via definitiva, la perdita di un effettivo ruolo di Teramo e della sua provincia nel contesto regionale, tanto che, già da tempo, lo stato centrale ha privato la città capoluogo di numerose strutture operanti a livello provinciale, contribuendo ad un evidente ridimensionamento di questa città e del suo territorio». Le associazioni di categoria ribadiscono con forza di non poter accettare l’idea di una “fusione per incorporazione” che si ripercuoterebbe sull’intero tessuto economico provinciale e determinerebbe anche «un annientamento delle radici storico-culturali di un nucleo abitativo tra i più antichi d’Abruzzo». Gli imprenditori non ci stanno ad assistere in maniera passiva «ad un trasferimento di potenzialità, servizi e conseguenti utilità presso altri lidi, restando inermi di fronte ad un copione visto più volte, con chiusure di uffici, trasferimento di personale, perdita di indotto con conseguente calo verticale di ricchezza, investimenti, posti di lavoro».