Di Bonaventura (Idv): «Il Pdl cerca di spostare l'attenzione dai problemi della maggioranza»

TERAMO – «Le critiche al Capogruppo del Pd, Giovanni Cavallari,  non sono altro che il tentativo di spostare l’attenzione dal vero problema che investe la  maggioranza, considerato che solo grazie  all’appoggio di un componente di un consigliere di minoranza è riuscita a non far cadere il numero legale». Anche il consigliere dell’Idv Valdo Di Bonaventura interviene nella querelle estiva innescata dall’ultimo consiglio comunale, rispondendo al capogruppo del Pdl Valeria Misticoni, che, a sua volta, aveva replicato al capogruppo del Pd Giovanni Cavallari. Un gioco delle parti che continua, con Di Bonaventura che da un lato afferma di voler fare chiarezza sulla vicenda e, dall’altro attacca l’esponente del Pdl.  Ecco come Di Bonaventura ricostruisce la vicenda, affermando che, nell’ormai celebre riunione dei capigruppo, quelli di minoranza non risposero alla proposta, avanzata dalla maggioranza, di non chiedere il numero legale «anche in virtù della posizione assunta dal capogruppo del Pd Giovanni Cavallari che manifestò la volontà di non poter prendere tale impegno».  
Di Bonaventura aggiunge che alla fine la decisione di abbandonare l’aula fu presa all’unanimità da parte di tutti i gruppi consiliari. «Rimango sconcertato – afferma Di Bonaventura – che si possa mettere in dubbio la verità dei fatti cercando di delegittimare la serietà del consigliere Cavallari,  soprattutto se a farlo è una persona di  indubbie qualità umane e politiche quale ritengo la dottoressa Misticoni capogruppo del PDL. In politica tutte le critiche sono accettabili ma la mistificazione degli avvenimenti no». Secondo Di Bonaventura «la  situazione di dissidio all’interno dell’Udc crea non poche tensioni all’interno della maggioranza e soprattutto al Sindaco a cui non sfugge che la sostituzione dell’attuale Vice  Sindaco rappresenterebbe per la sua  Giunta una perdita  di non poco conto e  aprirebbe una corsa a quella  poltrona. Ma è superfluo dire che le forti fibrillazioni all’interno della maggioranza non possono giustificare  tali atteggiamenti».