TERAMO – Via i “birilli” dai parcheggi dell’ospedale. Stavolta a chiederlo, in una lettera ufficiale inviata stamattina al manager della Asl Giustino Varrassi, è il sindaco Maurizio Brucchi. La questione aveva sollevato un vespaio di polemiche da parte dei partiti di opposizione, che avevano anche chiesto le dimissioni di Varrassi. Brucchi, che aveva già affrontato il problema nel corso di un incontro con i sindacati che si è tenuto a giugno, ha chiesto al manager di rimuovere i birilli presenti e riequilibrare il numero di parcheggi in favore di quelli liberi. «I birilli – afferma Brucchi – sono collocati in una zona segnata di giallo, quindi un’area di cantiere, e non possono restare lì per troppo tempo: vanno rimossi. Già grazie all’incontro dello scorso giugno siamo riusciti a recuperare circa 80 stalli (quelli dell’area dell’eliporto, ndr) e ora procederemo per step, fino ad arrivare ad una sistemazione definitiva entro dicembre». Proprio stamattina i tecnici comunali e il consigliere del Pdl Franco Fracassa hanno effettuato un altro sopralluogo. «Un altro problema che è emerso – continua Brucchi – è quello della carenza di controlli nella zona: abbiamo quindi deciso di organizzare dei corsi di formazione per ausiliari del traffico, che saranno destinati agli addetti alla sicurezza della Asl Entro i primi di settembre i birilli dovrebbero quindi essere rimossi, entro dicembre, invece, dovrebbe entrare in vigore il nuovo assetto dei parcheggi, così come deciso a giugno che prevede la presenza di 257 stalli a disposizione per i dipendenti, 171 stalli liberi, ripartiti tra la pineta e il secondo lotto, 16 stalli per i disabili, 22 stalli per le categorie protette e per i pazienti che hanno necessità di terapie. «Nell’ottica della collaborazione che abbiamo sempre ricevuto dalla Asl su questo tema – conclude Brucchi – abbiamo anche chiesto di rivedere la convenzione siglata con i gestori del parcheggio multipiano: secondo il progetto originale, infatti, i posti attualmente riservati ai dipendenti dovrebbero sparire ed essere destinati ad area verde. Né io, né i sindacati, siamo d’accordo con questa ipotesi».
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