Le nuove sfide del reparto di Neurologia

TERAMO – Il reparto di Neurologia del “Mazzini” di Teramo ha un nuovo primario. Si tratta del professor Antonio Uncini, che, dopo aver vinto il concorso bandito dall’Azienda sanitaria locale, ha preso servizio il 16 agosto scorso. Nato a Rieti, il 13 ottobre 1954, si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1979 all’Università Cattolica di Roma, dove consegue anche la specializzazione in Neurologia. Nel 1986 ottiene la specializzazione in Neurofisiopatologia, all’Università di Messina, e, nel 1990, in Fisiatria, a Bologna. Numerosi gli incarichi ricoperti nella sua carriera, tra cui anche quello di professore ordinario di Neurologia all’Università di Medicina di Chieti, di presidente eletto della Società italiana di Neurofisiologia clinica, di responsabile del centro regionale per le Malattie Neuromuscolari, e di Responsabile dell’Unità operativa di Neurofisiopatologia e Malattie Neuromuscolari all’ospedale di Chieti. Uncini è inoltre autore di oltre 150 lavori scientifici e ha svolto esperienze anche all’estero, in particolare in America e in Svizzera.

 

Professore, quale situazione ha trovato nel reparto di Neurologia?

E’ un reparto con 22 posti letto, di cui 6 dedicati al trattamento delle malattie celebrovascolari acute. Ho notato una grande dedizione ed impegno da parte del personale medico-infermieristico che opera con grande professionalità e sensibilità, dato che si tratta di pazienti con patologie molto delicate e spesso con più malattie da trattare in contemporanea e che vanno seguiti e monitorizzati in maniera costante: nei primi giorni di trattamento trombolitico, ad esempio, c’è la necessità di assistere il paziente per 360 minuti di seguito

 

Ha riscontrato delle criticità?

Sì, nonostante la dedizione che torno a sottolineare ho riscontrato purtroppo la carenza di personale infermieristico, ne servirebbero almeno 5 in più per rendere il reparto all’altezza degli standard richiesti per un’Unità di carattere subintensivo e della mole di lavoro quotidiana. Siamo infatti l’unica Asl in Abruzzo a trattare malattie celebrovascolari acute come l’ictus attraverso la rimozione meccanica del trombo, che ci vede  al terzo posto in Italia per numero di interventi. Ci avvaliamo anche della collaborazione, davvero validissima ed efficiente, dell’Unità operativa di Radiologia vascolare ed interventistica guidata dal dottor Vincenzo Di Egidio.

 

Ha notato negli ultimi anni un aumento di questa specifica patologia?

In termini numerici i casi di ictus non sono in aumento, ma questa malattia resta la terza causa di morte e la seconda di invalidità. E’ chiaro che con l’allungamento della vita media si riscontri un numero elevato di questi casi, anche se, purtroppo, l’ictus non risparmia neanche persone al di sotto dei 50 anni.

 

Ci sono dei consigli da dare per prevenire questa malattia?

Certo, i suggerimenti che si possono dare in maniera generale sono quelli di adottare uno stile di vita sano, una dieta equilibrata e di non trascurare patologie come il diabete o l’ipertensione. In ogni caso, una volta che si avvertono i primi segnali dell’ictus, è necessario agire in maniera tempestiva: solo pochi giorni fa siamo riusciti a salvare dei pazienti in arrivo da Chieti con l’eliambulanza.