Dopo la tempesta, la solita conta dei danni. Strada per le Capannelle, lungo stop

TERAMO – Il 14 settembre è stato un altro giorno di convivenza con l’acqua da ricordare. L’alluvione fino a qualche tempo era fa era evento eccezionale, una calamità rara. Adesso è diventata routine nel Teramano. Ne sanno qualcosa soprattutto a sud della zona provinciale, a Mosciano e tra Pineto e Silvi, a Scerne e Borgo Santa Maria. Stretti tra il Calvano e il Cerrano, gli abitanti della zona sono allo stremo. Chi abitava al piano terra di piccole abitazioni unifamigliari, adesso si è trasferito al primo: stanchi di traslochi di mobili mangiati dall’acqua e dalla melma, di pompe fai da te per asciugare gli allagamenti, scantinati ammuffiti e maleodoranti per l’invasione dell’acqua pluviale e… fluviale. E’ stata una notte di relativa calma dopo la tantissima acqua caduta, che ha permesso ai vigili del fuoco e Protezione civile di tirare il fiato dopo essersi dedicati al salvataggio delle persone  intrappoolate in ascensori, cantine, auto e aziende e concentrarsi allo sforzo di prosciugare ogni angolo di muratura invaso dalla furia di acqua e fango.

La strada per le Capannelle resterà chiusa per giorni. La statale 80 Teramo-L’Aquila nel tratto prima di Ortolano, dopo Montorio, resterà chiusa per giorni, Lo fa sapere l’Anas che questa mattina con i propri tecnici, quelli della Provincia e la Polstrada hanno fatto sopralluoghi a Paladini per stabilire l’entità della frana che ha portato sulla sede stradale massi e terriccio, al punto tale da ostruirne completamente il tracciato. Ma non è soltano la presenza di questi massi del peso di tonnellate, che per fortuna non hanno travolto auto e persone nella loro caduta, quanto di una intera parete di roccia che rischia di venire giù da un momento all’altro. C’è bisogno di interventi strutturali importanti a protezione della sede stradale che si annunciano lunghi e costosi. Chi dovrà raggiungere L’Aquila o Teramo, a seconda si ci si trova a monte o a valle della frana, da queste zone sarà dunque costretto a ‘circumnavigare’ il Gran Sasso e utilizzare l’autostrada A-24.

Ponti sul Vomano e fondovalle del Fino chiusi. Crollata la ‘variantina’ sul Salinello. La Provincia tiene ancora chiusi per precauzione i due ponti sul fiume Vomano a Fontanelle e Castelnuovo sulla statale 553: le due sponde del fiume si guardano ma per raggiungerle è necessariio arrivare fino a Roseto o Pineto e percorrere la statale 16. Nel pomeriggio potrebbero essere riaperti, all’esito del sopralluogo dei tecnici della Provincia cghe dovranno dirci se le fondamenta hanno retto la piena del Vomano. Chius anche la Fondovalle del Fino, tra Bisenti e Castilenti, crollata in alcuni punti per l’erosione dell’acqua. Lo resterà a lungo, perchè la Provincia qui avvierà i lavori di sistemazione, essendo i fondi disponibili. In Vibrata, lungo il tracciato della San Nicolò-Garrufo è stata una fortuna che ai primi di agosto abbia riaperto il ponte sulla provinciale 17 a Garrufo, crollato per l’alluvione del marzo 2011 e ricostruito: la ‘variantina’ costruita sotto di esso che scavalcava il letto del fiume Salinello, è stata inghiottita dalla piena di ieri.