TERAMO – Riordino delle Province: Teramo non si arrende e si prepara a presentare una nuova proposta direttamente al Governo. E’ quanto emerso nella tavola rotonda convocata stamattina dall’associazione Teramo Nostra, che ha messo a confronto tutte le voci e i pareri su una questione che non si chiude con la decisione del Cal, che ha stabilito l’accorpamento tra Teramo e L’Aquila. Un’ipotesi assolutamente da scongiurare, secondo l’associazione, ma anche secondo il sindaco Maurizio Brucchi, presente all’incontro insieme al senatore Paolo Tancredi, all’assessore regionale Paolo Gatti, al sindaco di Pineto Luciano Monticelli, al presidente della Provincia Valter Catarra al consigliere provinciale Ernino D’Agostino e a diversi consiglieri comunali. Alla riunione, che è stata annunciata attraverso un volantino, hanno preso parte anche alcuni cittadini, interessati alla proposta di riordino. E’ emersa la volontà comune di andare oltre le decisioni del Cal, che, tra l’altro, ha solo un potere consultivo, e una convergenza verso l’ipotesi voluta da Brucchi e sposata da Teramo Nostra: il mantenimento di Teramo capoluogo, con l’annessione dei territori dell’area vestina e l’accorpamento tra Chieti e Pescara. Destra e sinistra si sono trovate d’accordo sul fatto, l’accorpamento con L’Aquila, potrebbe comportare non pochi rischi: sia Monticelli che D’Agostino hanno puntato l’attenzione sul fatto che i 12 Comuni della Vibrata potrebbero chiedere l’annessione con le Marche, mentre alcuni Comuni, come Atri, Silvi e Pineto, chiederebbero di andare con Pescara. Brucchi ha ribadito la necessità di salvaguardare i mille posti di lavoro che andrebbero persi, e che la spending review non può ricadere sui cittadini, già abbastanza vessati. «Andrò avanti per la mia strada – ha detto Brucchi – Teramo non può essere l’unica realtà penalizzata, sono disponibile anche a vagliare altre ipotesi che vedano, però, sempre il mantenimento di Teramo capoluogo, e non escludo l’idea del ricorso al Tar proposto da Catarra. L’annessione dei territorio dell’area Vestina si può fare, è già stato fatto qualcosa di analogo in Piemonte, e ci è stato confermato anche dal capo di gabinetto del Ministro Patroni-Griffi». Il senatore Tancredi ha illustrato i vari passaggi che dovranno essere realizzati prima della decisione definitiva: la stesura del decreto, l’approvazione in Parlamento e poi del Governo. I tempi saranno piuttosto lunghi. Soddisfatto anche il centrosinistra. «L’incontro è stato molto utile per fare il punto della situazione – afferma Alberto Melarangelo, consigliere comunale e segretario cittadino del Pd – e per renderci conto che su alcuni aspetti siamo tutti d’accordo: Teramo non può essere ulteriormente spogliata delle sue funzioni, perdendo Enti ed uffici. Ci batteremo affinché questo non avvenga».
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