Il vescovo alla Cgil: «La crisi ha radici nell'egoismo»

TERAMO – «Conosco il dramma delle famiglie teramane, le iniziative assunte sono poche e le parti sociali e datoriali erano assenti all’ultimo tavolo di lavoro costituito per arginare la crisi». Così il vescovo di Teramo, monsignor Seccia, replica in una lettera aperta alla Cgil e all’invito del sindacato a farsi parte attiva con le istituzioni per rispettare gli impegni e i protocolli sottoscritti per rilanciare l’occupazione. «Non manca occasione – ha detto il vescovo – in cui incontrando aziende o i rappresentanti delle istituzioni politiche, sollecito l’attenzione al bene comune dando seguito al Protocollo d’intesa contro la crisi firmato nel 2010.Certamente le iniziative assunte continuano a essere ben poca cosa, ma mi preme evidenziare che il tavolo di lavoro chiesto tra le parti sociali nella sede di Confindustira non ha avuto seguito. L’invito che ancora una volta rivolgo alle associazioni datoriali e alle istituzioni è quello di ritrovasi per riflettere, ma soprattuto ascoltare per lavorare in sinergia. Così si potrà comprendere se il Protocollo ha ancora valore o è stato dmenticato. Certo che solo se prendiamo coscenza delle responsabilità personali e collttive possiamo partecipare attivamente alla costruzione di una società migliore. La crisi economica e sociale – ha detto ancora il vescovo – ha infatti radici più profonde, dovute non solo a una mancanza di reddito, ma ad una carenza etica che sfocia nell’egoismo. Ci sono persone che pur non essendo povere vivono una forte fragilità. Famiglie in crisi relazionali aumentano le separazioni e i divorzi che alimentano nuove sacche di povertà. Concludo rinnovando la mia disponibilità, insieme alla Caritas diocesana, a un’azione sinergica al fine di promuovere risposte concrete alle giovani coppie , alle famiglie in difficoltà e a quanti si trovano da un giorno all’altro senza lavoro e prospettive».