Salvatore Parolisi condannato al carcere a vita

TERAMO – L’unica cosa che Salvatore Parolisi ha salvato, da una sentenza pesantissima, è l’isolamento diurno durante l’espiazione della pena. Potrà condividere cioè la vita del carcere con gli altri detenuti. Fino al processo d’appello, già annunciato dai suoi difensori, il caporalmaggiore dell’Esercito dovrà farsene una idea: dietro el sbarre di una cella dovrà trascorrerci il resto della vita. E’ stata un giudice donna, Marina Tommolini, a presentargli il primo, salatissimo conto per la morte della moglie Melania. Un turpe assassinio come quello della mamma 29enne di Somma Vesuviana non poteva prevedere sconti per l’assassino. Quell’assassino, da stasera, ha il nome del marito. L’ha uccisa con 35 coltellate, sgozzandola dalle spalle, dopo averla sorpresa mentre china, faceva pipì fidandosi di chi aveva di fronte, il padre della sua bambina di un anno e mezzo. E dopo averle tolto la vita, ne ha deturpato il cadavere, incidendo sopra la sua carne un simbolo, il simbolo che tradisce l’imbecillità di un boia che, sconfitto dalla realtà e dalla responsabilità, prova a farla franca. E inventa una scampagnata interrotta da un ‘rapimento’, nasconde ingenuamente, lui, militare che dovrebbe conoscere le tecniche investigative e la forza penetrativa di una indagine giudiziaria, una relazione extraconiugale che diventa il movente di un delitto, arricchisce e ‘condisce’ le sue deposizioni con indizi e dettagli che portano dentro nell’inchiesta anche la sua caserma.

La sentenza. Parolisi in un colpo solo ha perso la libertà, il lavoro e la figlia. La decisione di mandarlo all’ergastolo, con il solo ‘sconto’ previsto dall’aver scelto il rito abbreviato sull’isolamento diurno, portà con sè l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, dunque il suo mestiere di soldato ma soprattutto la patria potestà sulla figlia di tre anni, affidata ai nonni materni. La piccola Vittoria non ha più la madre ma da oggi non ha più nemmeno il padre, ‘sepolto’ in un carcere. E a nulla varrà quel milione di provvisionale stabilita dal giudice per lei come risarcimento morale, così come quello che andrebbe ai genitori di Melania, semmai Parolisi potesse mai trovarli per pagarli.

Parolisi non ha sentito la condanna. Salvatore non c’era alla lettura della sentenza. Per un disguido organizzativo è salito in aula dalla cella del sotterraneo del tribunale dopo che il giudice Tommolini aveva letto il verdetto. Gli é stato chiesto se doveva essere riletta, lui ha preferito di no.

Il dolore e le lacrime dei familiari di Melania. Lacrime miste di commozione e di dolore sui volti di Gennaro Rea, il papà di Melania e di Michele, il fratello: «E’ stata fatta giustizia – ha detto Michele – per mia sorella. Ma oggi c’è stata una sconfitta: il marito di mia sorella, il padre della bambina, ha ucciso la mamma".

La Procura. «Confermato l’impianto accusatorio, con il colpevole riconosciuto tale secondo tutta la nostra linea – è stato il lapidario commento alla sentenza fatto dal procuratore capo Gabriele Ferretti, che non era in tribunale oggi».