«Politica frantumata sul riordino delle Province»

TERAMO – “Se davvero si vuole ridurre la spesa pubblica va riformato interamente lo Stato a livello centrale e periferico, dimezzato il numero dei parlamentari e gli stipendi, abolite tutte le Province e tutte le Regioni, in primis quelle a statuto speciale”. E’ quanto sostiene il presidente provinciale di Confesercenti, Antonio Topitti, tornato nuovamente sul problema del riordino delle Province imposto dalla Spending Reviw. Per Topitti va costituito un sistema di Macroregioni e Macroprovince con competenze ben definite e fare manovre per forte riduzione di tutti i costi della pubblica amministrazione, eùd eliminazione degli enti inutili, soprattutto a livello dirigenziale. “Riformare sì – dichiara in una nota Topitti – ma tenendo ben presente l’importanza economica e amministrativa dei centri urbani periferici, i cosiddetti distretti, che fanno riferimento alle Province istituite fino al 1970, sui quali dovranno insistere le sedi  periferiche di tutti gli enti pubblici e dello Stato al servizio del cittadino”. L’esponente di Confesercenti rileva però che l’accorpamento delle Province da parte del governo Monti avrebbe distolto la maggior parte degli italiani e in particolar modo gli abruzzesi, da quelli che sono i veri problemi sul tappeto scatenando feroci lotte di campanile. “Lotte di campanile – ha precisato Topitti – da cui per primo non ho potuto esimermi per ovvie ragioni sindacali e politiche, anche perché in una simile diatriba, il campanile del Duomo di Teramo fra i campanili dei capoluoghi d’Abruzzo è quello più alto. Più grave è stata la totale inadeguatezza dell’attuale dirigenza politica regionale – si legge infine nella nota – sia di centro destra che di centro sinistra nel dare risposte concrete ai problemi in questione. E’ sotto gli occhi di tutti la frantumazione generale che c’è stata nei partiti di tutto il territorio abruzzese, come dimostrano le decisioni assunte dal Cal che ha avuto una maggioranza minoritaria di 8 voti su 21 per la proposta di due nuove Province abruzzesi: Pescara –  Chieti, L’Aquila-Teramo. Ciò nonostante constatiamo che la decisione deliberata dal Consiglio Regionale di proporre “Zero Province” è la meno peggio, poiché lascia le porte aperte al ricorso di anticostituzionalità del provvedimento, e dà indicazioni al pari di tante altre Regioni per l’azzeramento con procedimento di riforma di legge costituzionale”.