Il Consiglio dei Ministri cancella Teramo. Ecco la nuova mappa

TERAMO – Speranze svanite per la salvaguardia del capoluogo teramano cancellato dal decreto legge di riforma delle Province eapprovato dal Consiglio dei Ministri. Il decreto sulle Province prevede "51 province comprese le città metropolitane" e nel nuovo quadro Teramo sarà accorpata all’Aquila e Pescara a Chieti. La riforma delle Province sarà attiva a partire dal 2014; a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici. «La riduzione – ha detto il ministro per la Funzione Pubblica Patroni Griffi – è "un processo irreversibile e da gennaio verranno meno le giunte provinciali". Così il ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi spiega il decreto sul riordino delle Province, aggiungendo che il governo "si è mosso tra spinte opposte, tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale".

Brucchi non si arrende e chiama a raccolta gli "accorpati delusi" per manifestare a Roma. “E’ grave che il Governo abbia deciso senza tener conto delle volontà dei territori – è stato il primo commento del sindaco Maurizio Brucchi-. Questo conferma l’impressione che avevamo all’inizio: e cioè che il Governo aveva già deciso. Questo mortifica anche il lavoro che è stato fatto per scongiurare quello che è accaduto”. E adesso? «Adesso mi aspetto che la Regione faccia quello che aveva annunciato e presenti ricorso contro il provvedimento alla Corte Costituzionale. La mia battaglia di certo non finisce qui – ha detto ancora il sindaco -. Così come abbiamo manifestato all’Aquila , manifesteremo anche a Roma. Prima che il provvedimento venga trasferito al Senato chiamerò a raccolta tutti gli esponenti delle istituzioni penalizzate dal decreto per organizzare una grande manifestazione di protesta. Dall’Aquila a Roma la mia battaglia andrà avanti”.

Catarra: "Un impatto devastante sui servizi. Già adesso impossibilitati a gestire le emergenze"
“Una confusione pazzesca, in puro stile governo Monti. Tecnici che nel chiuso delle loro stanze, senza conoscere l’Italia nella sua essenza istituzionale, rappresentata da un’architettura territoriale di enti locali, prendono decisioni contraddittorie e con il rischio di innescare effetti paradossali". E’ il primo commento del presidente della Provincia Valter Catarra che ha aggiunto:" Come era prevedibile non hanno affatto preso in considerazione la risoluzione del Consiglio regionale: Teramo viene accorpata all’Aquila, come è sempre stato nelle intenzioni del Governo. Con questo decreto il territorio provinciale perderà numerosi presidi istituzionali e la città di Teramo lo status di capoluogo. Ad una prima lettura e stando alle dichiarazioni del ministro Patroni Griffi, oltre all’eliminazione delle giunte, sarebbe prevista l’indizione delle elezioni di secondo livello a novembre 2013, quando i sindaci, a pochi mesi dalla scadenza dei loro mandati, dovrebbero nominare la “governance” delle nuove province.  Intanto anch’io, come molti altri presidenti hanno già fatto, nei prossimi giorni mi recherò dal prefetto di Teramo per la consegna della documentazione finanziaria dell’Ente, da cui si evince il devastante impatto sui servizi di primi necessità causato della riduzione di fondi e sottrazioni di tributi.
Andrò dal Prefetto, come massimo rappresentante del Governo, perché la nostra Provincia come, ripeto, tante altre in Italia, sin da ora non è in grado di garantire nemmeno la copertura di un piano neve ed è bene che si sappia che, in caso di emergenza o di una semplice nevicata, non avremo i fondi per adempiere alle normali funzioni”. Intanto, questa mattina il presidente Catarra, insieme all’Assessore al Lavoro, Eva Guardiani, e agli altri tre presidenti delle Province abruzzesi, ha incontrato l’assessore regionale al lavoro, Paolo Gatti, per un confronto sulla bozza del nuovo Testo unico del Welfare. A questo proposito il presidente Catarra esprime la sua sostanziale convergenza con l’ipotesi illustrata dall’assessore Gatti: “Sono state prese in considerazione le osservazioni avanzate dalla Province, che attualmente gestiscono i centri per l’impiego e nella nuova proposta la Regione mantiene le funzioni relative alle politiche attive del lavoro e ai Cpi, ma prevede la possibilità di delegarle alle Province almeno fino a quando queste saranno in essere

Verrocchio (Pd): «Colpa del Pdl, da Brucchi solo spot». "Il centrodestra teramano ha la piena responsabilità di non aver fatto nulla per evitare che il governo decidesse di istituire le due province in Abruzzo". E’ quanto ha dichiarato il segretario provinciale del pd, Robert Verrocchio dopo il varo del decreto di riordino. "Nelle settimane scorse il Pdl, partendo da Brucchi per arrivare fino a Chiodi, ha solo messo in campo una serie di spot ben sapendo che non stavano nè in cielo né in terra, evitando accuratamente di esercitare il loro potere decisionale, e scaricando sul governo quelle che sarebbero dovute essere le loro responsabilità", ha proseguito il segretario del Partito Democratico. "Il nostro partito, tutto il nostro partito, è sempre stato in maniera compatta a favore della provincia unica con sette sub-ambiti – ha aggiunto – che ritenevamo e riteniamo la migliore soluzione per l’Abruzzo. Sarebbe stata una scelta concreta e praticabile. Il Pdl ha invece deciso di non decidere e mentre Chiodi lasciava scivolare la responsabilità della scelta sul governo, il sindaco di Teramo allestiva il suo set televisivo fuori dal consiglio regionale, evitando di mettere in campo una proposta seria. Al di là delle trovate propagandistiche Brucchi non ha fatto nulla di concreto perché Teramo non perdesse la sua funzione di capoluogo, con tutto quello che ne conseguirà in futuro. Chiodi non ha fatto nulla per evitare il conflitto tra territori che si è creato e che si verrà a creare nel prossimo futuro. Stessa difesa di facciata per il ricorso alla Corte Costituzionale, che con molta probabilità verrà rigettato”.

Ecco la nuova mappa dell’Italia dopo la decisione del Cdm di oggi. Ecco la nuova mappa delle 51 Province e città metropolitane (in maiuscolo nell’elenco) dopo l’approvazione del decreto legge relativo al loro riordino. Sono escluse le cinque regioni a statuto speciale.

PIEMONTE: 1) TORINO 2) Cuneo 3) Asti-Alessandria 4) Novara-Verbano-Cusio-Ossola 5) Biella-Vercelli;
– LIGURIA
: 6) GENOVA 7) Imperia-Savona, 8) La Spezia– LOMBARDIA: 9) MILANO-Monza-Brianza 10) Brescia 11) Mantova-Cremona-Lodi 12) Varese-Como-Lecco 13) Sondrio 14) Bergamo 15) Pavia;
– VENETO: 16) VENEZIA 17) Verona-Rovigo 18) Vicenza 19) Padova-Treviso 20) Belluno;
– EMILIA ROMAGNA:
21) BOLOGNA 22) Piacenza-Parma 23) Reggio Emilia-Modena 24) Ferrara 25) Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini;
– TOSCANA
: 26) FIRENZE-Pistoia-Prato 27) Arezzo 28) Siena-Grosseto 29) Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno;
– MARCHE
: 30) Ancona 31) Pesaro-Urbino 32) Macerata-Fermo-Ascoli Piceno;
– UMBRIA
: 33) Perugia-Terni;
– LAZIO
: 34) ROMA 35) Viterbo-Rieti 36) Latina-Frosinone;
– ABRUZZO
: 37) L’Aquila-Teramo 38) Pescara-Chieti;
– MOLISE
: 39) Campobasso-Isernia;
– CAMPANIA
: 40) NAPOLI 41) Caserta 42) Benevento-Avellino 43) Salerno;
– PUGLIA
: 44) BARI 45) Foggia-Andria-Barletta-Trani 46) Taranto-Brindisi 47) Lecce;
– BASILICATA
: 48) Potenza-Matera;
– CALABRIA
: 49) Catanzaro-Vibo Valentia-Crotone 50) Cosenza 51) REGGIO CALABRIA.