Ri… 'ordiniamo' le idee tra la demagogia, Varrassi e il coraggio di Ilaria

Basta con questa storia che tutto è demagogia, che tutto è populismo. Corriamo il rischio di non potere più dire la verità solo per non essere tacciati di banalità. Quindi parlo. Se vai a chiedere una risonanza magnetica addominale ti danno appuntamento a giugno 2013. So bene che le liste di attesa non sono un problema imputabile alle varie dirigenze o alla politica. So che sono tipiche di un meccanismo inceppato in un sistema che va rimesso a punto, partendo dai diritti e dai doveri del personale sanitario. So che ci sono dati incoraggianti nella riduzione di mobilità e liste di attesa. Ma mi domando: quanto tempo ancora, noi gente comune che comunque ogni giorno il problema della sanità ce lo abbiamo, dobbiamo passare, impegnandoci nella diatriba tra il direttore generale della Asl di Teramo Giustino Varrassi e la giunta regionale? La questione è ridicola. Esigiamo che la politica e l’amministrazione sanitaria si occupino di altro. E’ mortificante e davvero non so come il Governatore Gianni Chiodi pensi che i Teramani possano essere umiliati così. Varrassi dice che non se ne va perché non gli è stato manco detto che non lo vogliono più, la Giunta (che dovrebbe parlare per atti), non gli ha notificato la decisione di rescissione del contratto. Ancora…. Due settimane fa il primo annuncio, lunedì scorso la formalizzazione…. E non si vede ancora un pezzo di carta? Come gliel’ hanno mandata, al professor Varrassi, questa richiesta di eventuali controdeduzioni? Con un piccione viaggiatore? O la Regione ha già tanto cancellato Teramo da non rispettarla più e non sa come fare arrivare una missiva? Mandate un messo, accidenti, a cavallo, scuotete la sciatteria dall’apparato e togliete dall’imbarazzo tutti noi, rendendo chiara la situazione. Lo stesso Varrassi, magari avrà diritto di capire che cosa sta succedendo, no? Avrà diritto di tutelare un po’ la sua immagine, la carriera… Avrà il diritto di decidere che cosa fare: presentare controdeduzioni, che potrebbero anche avere esito tale da ricomporre il rapporto con la giunta, dimettersi, perché non più gradito a chi lo ha nominato, aprire un contenzioso perché gli contestano inadeguatezza o implicazioni giudiziarie che non lo rendono più adatto a ricoprire l’incarico. Deve saperlo. E soprattutto dobbiamo saperlo noi.. Non è una questione privata tra Varrassi e… non si sa chi. Nessuna legge italiana prevede l’oligarchia e il dispregio dei diritti del popolo. E  nessuna legge, o norma, o consuetudine legislativa regionale può superare quella nazionale. E attenzione: smettetela con atteggiamenti antidemocratici anche voi del Pd. Che Camillo D’Alessandro fosse un capogruppo regionale con una violenta caratterizzazione provinciale, che ritenga di dover fare vedere in aula che Teramo è il covo del male perché ne proviene la massima espressione politica e amministrativa regionale, è un dato di fatto. Ma la questione delle Province, però, sta facendo uscire il peggio di tutti….. Il segretario regionale Paolucci caccia la De Sanctis da un gruppo in cui era stata inserita, con una e mail. Nel Pd una cosa del genere? E’ altrettanto evidente che in quel gruppo non la volessero. Come è evidente che la coraggiosa Ilaria De Sanctis, con i suoi compagni, abbia un obiettivo chiaro a cui si avvicina ogni giorno di più, man mano che, con l’aiuto del Pdl, diventa Giovanna D’Arco. Però sembra tutto pazzesco, no? Forse valeva la pena di sentire un po’di più la Di Pasquale che, da presidente del partito, ha provato a mettere subito una serie di paletti alla questione. Ma, lo vediamo, tutto questo tende a ridurre Teramo, nel pieno caos dell’accorpamento delle province, a un territorio che andrà allo sbando. Immaginate: via Silvi e Pineto, via la Val Vibrata, via la Val Vomano che si sentirà più naturalmente vicina all’Aquila, rimarremo con Teramo città, l’eterna rivale Giulianova (almeno salviamo il derby…), l’agonizzante Tortoreto e la pericolosa Alba Adriatica, che senza più questura e compagnia provinciale dei Carabinieri ci farà riconquistare il soprannome che ci abbiamo messo tanto tempo a perdere. “TE? Che cos’è? Texas”?