Ruffini si dimette dagli organi del Pd

TERAMO – Claudio Ruffini si e’ dimesso dagli organi regionali e provinciali del Pd. E’ lo stesso consigliere regionale ad annunciarlo in una nota. "Da tempo – dice – avevo annunciato la mia intenzione di non ricandidarmi piu’ a nessuna competizione elettorale, ed oggi posso anche annunciare di essermi dimesso dagli organismi regionali e provinciali del Pd, gia’ dallo scorso mese di gennaio”. Dimissioni annunciate oggi per non “compromettere” l’esito elettorale, spiega Ruffini, ma “covate” da tempo: “Troppe esternazioni sulla stampa, protagonismi, ma alla fine non siamo riusciti a stare vicino alle gente”. Ruffini non dimentica ad esempio la “brutta figura” sul voto circa l’accorpamento delle province in Consiglio regionale. “Il partito ci ha costretto a uscire dall’aula, ma nell’opinione pubblica io sono passato per quello che non ha voluto difendere il proprio territorio. Poi quando si tratta di fare le candidature ci impongono Marini, la Concia, la Pezzopane. Io non sono servo dei capibanda, sono servo dei cittadini”. Parole durissime, quelle di Ruffini, che tuttavia resta consigliere regionale e iscritto al Pd per lavorare all’interno del partito. Magari vicino a D’Alfonso? “Luciano D’Alfonso è persona che ha voglia di fare per l’Abruzzo e io ho sempre sostenuto le persone che hanno voglia di fare”. Questo il testo della lettera:
"Le ragioni delle mie dimissioni provengono da un malessere manifestato piu’ volte all’interno del Partito. Ero e resto del parere che piu’ che ‘apparire’ e difendere le proprie posizioni personali, questo Partito aveva ed ha bisogno ‘di sporcarsi le mani nel fare’ nell’interesse del bene comune. Non avevo esternato questa mia decisione per non creare problemi di ogni sorta al Partito, ma adesso, alla luce dello scossone che ci ha investito ritengo sempre piu’ la mia decisione irrevocabile. Le recenti elezioni politiche che ci hanno visti sconfitti sul campo – prosegue Ruffini – ritengo debbano aprire una profonda riflessione all’interno del Pd sia regionale che provinciale. Riflessione che a mio giudizio dovra’ portare ad una radicale revisione sia delle politiche messe in campo, sia nella scelta degli organismi dirigenziali. Si e’ chiusa una fase politica e bisogna al piu’ presto aprirne una nuova. Il mio appello e’ rivolto soprattutto a quelle forze sane e giovani all’interno del Pd provinciale che vogliono rompere con il passato. Queste forze ci sono e dobbiamo attivarle e renderle protagoniste dell’agire politico. Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare gli elementi tattici – tipici dei vecchi Partiti – ed iniziare a riempire con nuove strategie la mancanza di risposte nei confronti di un elettorato che affacciava da tempo richieste chiare di cambiamento: ridurre il numero dei parlamentari, abbattere i costi della politica, occuparsi dei problemi quotidiani dei cittadini e dei piu’ deboli, differenziarsi piu’ nettamente da vecchi vizi della classe politica, recuperare un rapporto con una opinione pubblica sfiduciata". Per Ruffini "il Pd di Bersani questi problemi li ha solo percepiti ma non li ha affrontati con decisione. Stesso discorso vale per il livello regionale e provinciale abruzzese. Anche qui serviva maggiore coraggio, ed il risultato e’ sotto gli occhi di tutti, specie in Abruzzo. Lascio quindi dopo tanti anni il mio posto negli organismi dirigenziali del Partito Democratico, in favore di un rinnovamento da sempre auspicato ma mai attuato. Non lascio e non abbandono il Pd, a cui riconosco ancora tanti meriti ed una centralita’ all’interno dello scenario politico italiano. Possiamo tornare ad essere l’alternativa che il Paese chiede, ma per essere all’altezza di questo compito dobbiamo ripartire dalle cose piu’ semplici come tornare nelle piazze e tra la gente comune. Dobbiamo ripartire ‘dando l’esempio".