Lavoro, voglia di fare impresa e manualità nell'identikit del giovane abruzzese

TERAMO – Pur temendo di più l’insicurezza del posto, percepisce il lavoro come risposta ai propri bisogni di auto-realizzazione, non disdegna i lavori manuali, è maggiormente predisposto ad avviare un’attività imprenditoriale e non esclude la possibilità di trasferirsi anche al di fuori dell’Europa: è l’identikit del giovane abruzzese rispetto ai temi del lavoro, dibattuto in occasione del convegno "Dal disincanto del lavoro alle alleanze per le opportunità. Il lavoro visto dai giovani abruzzesi e confronto con i dati nazionali". L’iniziativa è della Gi Group, ed è stata organizzata con il patrocinio dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale (Aidp) Abruzzo e Molise e della Regione Abruzzo, presso l’auditorium "Leonardo Petruzzi" di Pescara. La ricerca realizzata a livello nazionale, in collaborazione con OD&M Consulting, su un campione di 1.018 giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, altrettanti genitori e 30 aziende. "Il profilo del giovane abruzzese che emerge dalla ricerca – commenta Antonio Bonardo, Direttore Public Affairs di Gi Group – spezza alcuni stereotipi che costellano il rapporto giovani e lavoro a livello nazionale. Infatti, nonostante l’insicurezza generale e una buona dose di disincanto, il lavoro rimane per gli abruzzesi, al contrario dei loro connazionali, una risposta a bisogni di auto-realizzazione, un obiettivo da perseguire con perseveranza e proattività, pienamente consapevoli che spesso é necessario faticare e sporcarsi le mani per ottenere dei buoni risultati. Inoltre – conclude Antonio Bonardo -, accanto all’impiego pubblico come posto di lavoro ideale, si fa spazio un forte spirito di imprenditorialità e di iniziativa, maggiore rispetto alla media italiana. Pertanto, auspichiamo che, a livello locale, tutti gli attori del mercato operino affinché i punti di forza espressi dai più giovani possano essere valorizzati nel migliore dei modi anche a vantaggio del territorio".