«La spending review di Brucchi? E' stata imposta dalla legge»

TERAMO – «La spending review sbandierata da Brucchi sulla riduzione del numero di assessori e consiglieri? E’ imposta per legge». Il centrosinistra interviene a tutto tondo sulle spese dell’amministrazione comunale e sulle assunzioni di personale amministrativo. «Non c’è nulla di cui vantarsi – afferma il consigliere del Pd Gianguido D’Alberto – perché dalla prossima legislatura il numero dei componenti della Giunta e dei consiglieri dovrà essere ridotto per legge, anche quella di dismettere l’auto blu, dopo 4 anni di mandato, prendendone una di cilindrata minore a disposizione di tutti i settori dell’ente non è una scelta vera e propria ma imposta dalle restrizioni di legge».

URP, QUANTO MI COSTI – Il Pd interviene anche sui fitti attivi e quelli passivi dell’Ente, un tema riproposto dal capogruppo Giovanni Cavallari. «L’assessore alla Pubblica istruzione Piero Romanelli – sottolinea Cavallari – ha annunciato di voler trasferire la sede dell’assessorato di via Irelli nella scuola di via del Baluardo per risparmiare l’affitto annuo. Ma perché il Comune continua a pagare circa mille euro al mese per i locali dell’Urp mentre riscuote un affitto decisamente inferiore da locali di sua proprietà che si trovano in pieno centro storico? Perché ha deciso di spostare la sede della segreteria dell’istituto comprensivo Savini-San Giuseppe-San Giorgio negli uffici di proprietà della Regione pagando le spese di adeguamento, possibile che nei plessi scolastici non ci fosse posto per la segreteria? Di certo non si tratta di somme in grado di risolvere i problemi del Bilancio, ma sicuramente di rami che possono essere tagliati».

IL PARADOSSO DEL PERSONALE: MENO ASSUNTI; STESSE SPESE PER GLI STIPENDI – Il centrosinistra contesta anche a mancanza di programmazione nelle scelte dell’amministrazione. L’Idv, tramite il consigliere Valdo Di Bonaventura, chiede una riduzione dei premi di produzione dei dirigenti e dei progetti obiettivo e punta il dito sulle assunzioni. «E’ assurdo – sostiene – che decidano di chiudere un asilo per la carenza di personale e che allo stesso tempo assumano 14 amministrativi, per un concorso (quello da istruttore amministrativo, ndr) che all’inizio ne prevedeva uno solo. Un’altra anomalia riguarda le spese per il personale: anche se il numero di assunti è diminuito negli anni, quello della spesa complessiva per gli stipendi non si è ridotto contestualmente». Di Bonaventura, in merito alle assunzioni di persone appartenenti alle categorie protette, chiede che possano essere prese in considerazione anche persone che hanno una disabilità superiore al 45%. «Ancora continuano questi giochetti di piccola clientela – conclude Sandro Santacroce (Prc) –  e a privatizzare i servizi, in un momento in cui servirebbero ben altre misure ed altre risposte, tutto questo è inaccettabile».