Una lettera a Boldrini: «Giustizia per Davide Rosci»

TERAMO – Esponenti del Partito comunista, membri di associazioni culturali, cittadini ed esponenti sindacali hanno firmato una lettera aperta indirizzata al presidente della Camera Laura Boldrini e per conoscenza al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, affinchè ci si occupi del caso di Davide Rosci. Il documento diffuso alla stampa, ripercorre le tappe del processo del leader di Azione Antifascista, condannato a 6 anni per l’assalto al blindato dei carabinieri a Roma e fa appello alla sensibilità dell’onorevole sui temi etici, affinchè ci sia maggiore equità per il giovane teramano condannato per devastazione e saccheggio in base ad alcuni articoli del Codice Rocco. Questo il testo integrale della lettera e i firmatari che annunciano una raccolta firme di solidarietà a favore di Davide Rosci:

 "Onorevole presidente della Camera dei Deputati,
Nel suo discorso di insediamento come Presidente della Camera, con afflato etico, quasi angosciato, Lei ha denunciato lo stato di sofferenza umana dei detenuti in carcere, con chiaro riferimento alle loro condizioni di vita quotidiana. Le sue parole a riguardo hanno ricevuto un applauso corale di tanti deputati. Siamo certi che questo suo intervento in generale ma anche nello specifico del tema carceri-detenuti, non sia stato un esercizio di retorica politico-parlamentare ma voglia e possa essere segno di una sua particolare attenzione sia al problema generale sia anche a casi specifici di evidenti prevaricazioni nella vita quotidiana di singoli carcerati.

   Un nostro giovane compagno, davide Rosci, già candidato consigliere al Comune di Teramo nella lista P.R.C., era agli arresti domiciliari da più di nove mesi in attesa, prima del giudizio di 1° grado che si è concluso con la condanna a 6 anni e ora del giudizio di 2° grado. E’ stato accusato e condannato per reati di resistenza a pubblico ufficiale e devastazione per quanto avvenuto in Piazza S.Giovanni a Roma in occasione della manifestazione del 15 ottobre del 2011, di cui Lei On. Presidente avrà sicuro e chiaro ricordo.

    Gli era stato comunque concesso dal lunedì al venerdì di recarsi il mattino al lavoro. Il giorno 26/1/2013 sabato, Davide in stato di stress per la malattia dei due vecchi genitori, di cui la madre in forte stato di depressione, convinto che fosse venerdì, usciva di casa per andare al lavoro e andava a rifornirsi di una ricarica telefonica.
  Una pattuglia di carabinieri lo sorprendeva in strada vicino l’ufficio postale di via Pannella e redigeva processo verbale del fatto, poi inviato alla Autorità Competenti. Queste, con applicazione rigidissima della sola lettera della legge senza tenere in conto alcuno l’interpretazione che il giudice di legittimità ha dato di quella norma, hanno disposto la carcerazione di Davide nella Casa di Detenzione di Castrogno, in Teramo da dove poi, non si sa per quali gravi motivi, veniva trasferito nelle carceti di Rieti e poi in quelle di Viterbo, in isolamento.

   Questi interventi di reclusione giudiziaria, di fatto, rendono difficili e quasi impossibili i rapporti con i propri genitori, vecchi e soli. Sorge il dubbio che forse Davide sia più pericoloso di un mafioso o di una aderente alla criminalità organizzata. E’ in carcere un manifestante che forse voleva difendere, in piazza, contro una eccessiva violenza repressiva di apparati dello Stato, quei valori fondanti di una Costituzione che Lei definiva nel suo discorso "La più bella del mondo". L’accusa è di devastazione e saccheggio sulla base dei ben definiti articoli di un Codice Penale (Codice Rocco) approvato ed in vigore nei e dai tempi del regime fascista.

   Noi siamo certi che lei, On. Presidente, vorrà innanzitutto spiegare tutta la sua autorevolezza perché la Camera che lei presiede, adotti ed approvi provvedimenti legislativi che abolendo il Codice Rocco, rendano veramente "bella la Costituzione", introducendo, finalmente, un codice penale della Repubblica che sostituisca quello del ventennio dittatoriale ancora in vigore.

   Le chiediamo, infine, che voglia informarsi sul caso specifico di Davide Rosci per confortarci con un suo intervento ispirato a giustizia ed equità vera, e fuori di ogni retorica politica.  Chiudiamo questa nostra lettera citando letteralmente un pezzo del suo discorso:

"In questa aula sono stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione, la più bella del mondo. La responsabilità di questa istituzione si misura anche nella capacità di saperli rappresentare e garantire uno a uno". In attesa, ringraziamo".

CITTADINI DI TERAMO E COMPAGNI DI DAVIDE ROSCI:
"Gregorini Renato – Primario cardiologo; Iacovoni Fabrizio – ex Primario Cardiologia Teramo; Melarangelo Sandro – pittore; Marcozzi Alfonso – Presidente Associazione Gammarana; Iacovoni Antonio – ex assessore regionale Abruzzo; Santacroce Sandro – Consigliere Comunale PRC Teramo; Nevoso Armanfo – RSU FIOM Biticino Teramo; Ficara Peppino – RSU FIOM Biticino Teramo; Di Piero Secondo – RSU FIOM Biticino Teramo; Pettinaro Giovannini – ex Preside IV Circolo Teramo; Francesco Ciminà – portavoce del "Comitato Amici e Familiari Liberiamo Davide Rosci".