Di Dalmazio: «La salvezza del Braga è un risultato straordinario»

TERAMO – «Il risultato  ottenuto in consiglio regionale  per il Braga e per la cultura in generale é straordinario». E’ questo il commento dell’assessore regionale Mauro Di Dalmazio, sull’approvazione della legge da parte del Consiglio regionale per lo stanziamento straordinario di un milione di euro per il “Braga. «Un risultato – aggiunge Di Dalmazio – che è stato raggiunto  grazie ad una condivisione istituzionale generale, agli sforzi fatti dal personale docente dell’istituto e, innegabilmente, per impulso straordinario del Presidente Gianni Chiodi che, pur tra le croniche difficoltà di bilancio, è riuscito a reperire le risorse necessarie per scongiurare la fine del nostro  prestigioso istituto e per dare ossigeno al settore culturale in generale». Di Dalmazio contesta però «lo sprovveduto  intervento di alcuni rappresentanti del Pd, che, nel velleitario  tentativo di attribuirsi meriti esclusivi sulla vicenda, da un lato rischiano di  degradare  uno straordinario risultato di comunità asservendolo ad una bassa rivendicazione politica, dall’ altro sconfinano addirittura nel grottesco quando imputano  al governo regionale  di centro destra una scarsa attenzione economica al mondo culturale, dimenticando che il partito del quale fanno parte  è tra i principali artefici del tracollo  economico finanziario della regione oggi faticosamente risanata da Gianni Chiodi». Di Dalmazio lancia quindi un interrogativo provocatorio, chiedendo anche maggiore cautela nel rivendiare meriti che non si hanno: «dove erano i novelli paladini della cultura teramana quando, durante le loro gestioni regionali spendi e spandi, allorquando  venivano riversate sul settore ingentissime risorse,  alle istituzioni culturali teramane arrivavano solo le briciole? Non li abbiamo sentiti inveire, reclamare e battersi per sostenere quelle realtà sulle quali oggi si spendono tanto».

 CATARRA RINGRAZIA PER LA SALVEZZA DEL BRAGA – «Una vittoria di tutti gli abruzzesi». Così il presidente della Provincia Valter Catarra commenta l’approvazione della legge da parte del Consiglio regionale per lo stanziamento straordinario di un milione di euro per il “Braga”. «Non si tratta – afferma Catarra – di una questione di campanile ma di visione politica rispetto ad una regione che ha bisogno di scommettere anche sui suoi simboli per restituire fiducia ed ottimismo soprattutto ai giovani». Catarra riconosce l’impegno di tutti coloro che si sono impegnati, in maniera bipartisan, per salvare l’istituto, in primis i consiglieri regionali Lanfranco Venturoni (Pdl) e Claudio Ruffini (Pd).  «Va ricordato – sottolinea Catarra – che proprio la scellerata politica di tagli agli enti locali e in particolare alle Province, operata dal Governo, è alla base delle tante emergenze che si stanno sovrapponendo e che stanno avendo ricadute insopportabili sui cittadini, sulle imprese e sul tessuto sociale. Per questo, continuare a far vivere il Braga, è una vittoria di tutti gli abruzzesi nel segno di una solidarietà istituzionale e politica senza la quale è davvero difficile immaginare un futuro». Intanto, martedì scorso, Catarra, insieme ad altri presidenti di Provincia, ha partecipato a Roma agli incontri che si sono svolti presso l’UPI per mettere a punto gli emendamenti al Decreto Legislativo 35 – quello sul pagamento dei debiti scaduti della PA e sul versamento di tributi degli enti locali – emendamenti che poi sono stati consegnati ai gruppi parlamentari. «Un Decreto – conclude Catarra – che ha allarmato lo stesso Parlamento perché da una parte proclama la volontà di pagare i debiti alle imprese, dall’altra prevede meccanismi farraginosi ed estremamente aggravati da passaggi burocratici e non mette a disposizione le risorse necessarie tagliando ulteriormente i trasferimenti alle Province.  Va modificato, in particolare, l’articolo 10 e alleggerito di almeno 400 milioni il taglio previsto. Altrimenti sono a rischio servizi essenziali, come pure l’ordinario pagamento degli stipendi e certamente i pagamenti alle imprese».