TERAMO – I lavoratori del Ruzzo non ci stanno ad essere etichettati come “nullafacenti” o “raccomandati” e organizzano un presidio davanti alla sede dell’azienda acquedottistica. Stamattina, le due ore di sciopero indette a livello nazionale per il mancato rinnovo del contratto collettivo, sono servite agli impiegati del Ruzzo, più volte citati nella querelle politica che sta infiammando il dibattito anche a livello mediatico, hanno organizzato un presidio e un’assemblea per lanciare un chiaro messaggio a quello che sarà il prossimo Cda del Ruzzo. «Finora – afferma Giovanni Timoteo, segretario della Filtea Cgil – abbiamo tenuto un profilo basso, senza entrare nel merito delle polemiche. Adesso però è arrivato il momento di dire la nostra: è innegabile il fatto che tra i lavoratori serpeggia un disagio per questa azienda che è salita agli onori delle cronache per i problemi della governance interna, e che ancora non trova una sua definizione. Un disagio evidente anche dall’altissima partecipazione allo sciopero e al presidio. Ora facciamo appello al senso di responsabilità della politica e dei sindaci del Ruzzo, che devono assolutamente tracciare un progetto concreto di rilancio dell’azienda, e condividerlo con i lavoratori».
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