I medici domani in piazza per spiegare come si combatte il dolore

TERAMO – Anche a Teramo domani, per l’intera giornata, si celebra la giornata "Mai più soli contro il dolore", voluta dalla Regione Abruzzo con la collaborazione delle Asl regionali. A Piazza Martiri della Libertà, in un gazebo informativo, i medici della Asl di Teramo saranno a disposizione dei cittadini con materiale divulgativo  per spiegare quali dolori possono essere sconfitti, a chi rivolgersi e con quali diritti. «Con l’impegnativa del proprio medico curante e la prenotazione al Cuo – dicono alla Asl – a Teramo si accede ai servizi antalgici. Nel 2012 le visite sono state 3.840, le prestazioni sanitarie (ripartite tra antalgiche e palliative) sono state 5.390. Gli ambulatori di terapia del dolore sono attivi nei distretti sanitari: a Montorio, Roseto, Sant’Omero e Teramo, mentre all’ospedale Mazzini di Teramo funziona un ambulatorio di terapie invasive, che prevedono quindi anche tecniche più impegnative». La terapia del dolore è argomento di stretta attualità: in un più moderno e equo concetto di lotta al dolore, non deve essere riservata alle malattie ritenute più gravi ma va applicata a ogni tipo di patologia, acuta o cronica che sia, così come il dolore è, acuto o cronico. Come anche ribadito dal Governatore Gianni Chiodi non più tardi di due giorni fa, è di prossima apertura a Teramo l’Hospice con prestazioni multidisciplinari. La struttura, che accoglierà i malati, oncologici e non, con maggiori esigenze di assistenza, sarà particolarmente curata, oltre che per gli aspetti terapeutici e dell’accudimento, anche sotto l’aspetto dell’accoglienza delle camere e l’ospitalità per i famigliari dei malati. Nell’ottica dell’abbattimento dei retaggi culturali e della valenza attribuita al dolore, ha grande rilevo anche il Progetto di Ospedale Territorio senza dolore per il trattamento di patologie a elevato impatto sociale. A livello nazionale l’incidenza del dolore sui costi è di circa 24 miliardi di euro l’anno, pari all’1,8-2% del Pil italiano; 3 milardi di euro vengono spesi ogni anno per prestazioni o acquisto di farmaci e, ogni anno, le ore di lavoro perse sono 3 milioni.