TERAMO – Un drappello di amici, un gruppo di politici di Rifondazione, riuniti tutti nello slogan "Liberate Davide". L’incontro pubblico di piazza Martiri, organizzato dal Comitato che chiede la liberazione di Davide Rosci, il giovane teramano leader di Antifà condannato a sei anni per l’assalto al blindato dei carabinieri a Roma, ha portato sotto la lente d’ingrandimento il problema delle condizioni disastrose delle carceri italiane. Gli amici vogliono fare di Davide Rosci un simbolo, oltre che dell’ingiusta detenzione dopo appena un grado di giudizio anche della invivibile vita detentiva nei penitenziari italiani. E’ stato ricordato come Rosci abbia sofferto un ingiustificato isolamento al suo arrivo a Viterbo, dopo essere passato per Rieti, e di non aver avuto nemmeno una coperta per corprirsi di notte. La fidanzata Jessica ha letto una lettera che il giovane leader di Azione Antifascista ha fatto recapitare ai presenti, tra quelli che hanno preso il microfono anche il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Marco Fars e altri esponenti dello stesso partito a livello provinciale e comunale. Su tutte una richiesta: intanto avvicinare Davide Rosdci alla sua famiglia, in un penitenziario dove possa ricevere le loro visite con maggiore frequenza.
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